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Una petizione per spostare il Natale a data da destinarsi

Una petizione per spostare il Natale a data da destinarsi

Non sarà un Natale facile quest’anno. Quello che siamo abituati a vedere ogni anno con la magia di suoni, luci, colori cibo e festa… tanta festa… non ci sarà.

Non scarteremo regali sotto l’albero e non faremo finta di sorprenderci davanti al regalo di nuora, suocera o cognata. Non ci sarà nessun suono alla porta, né attese dell’ultimo arrivato, né risate di bambini che scartano i regali di Babbo Natale, né odore di sugo e di cose buone dalla cucina stracolma di pentole e cucchiai.

Nessun ricongiungimento con parenti, figli che  arrivano  da lontano per l’occasione, nessuna messa insieme di mezzanotte.

Un Natale a cui non siamo abituati

Sarà un Natale diverso come non siamo abituati a vedere. Personalmente non avendo memoria storica del periodo post-guerra, sarà per me la prima volta che al pranzo di Natale la nostra tavola sarà apparecchiata per due.

Da febbraio, da quando conviviamo con l’amico invisibile che non abbiamo invitato, sarà il primo Natale nella storia degli ultimi cinquant’anni in cui ci troviamo in queste condizioni.

È da tempo che ci viene ripetuto che siamo in guerra e che dobbiamo fare la nostra parte ed è evidente che è così e non potremo fare diversamente. Solo che questo non possiamo onestamente chiamarlo Natale, tutt’al più un surrogato.

Una petizione per spostare il Natale

Per cui propongo di spostare il Natale a data da destinarsi. Di spostare il 25 dicembre più avanti, a quando sarà possibile ritrovarci a festeggiare insieme.

Chiedo ufficialmente una petizione per spostare il Natale al 25 di luglio o giù di lì. È vero, fa caldo e non c’è la neve ma basterà il nostro cuore per riscaldare il tutto.

Lo so che sto sognando… Mi sento un po’ Rodari in questo momento, all’interno di una delle fiabe che ho il piacere e il gusto di leggere ai miei nipoti (quando li vedo…) ma comincio a sentire la pesantezza e l’incertezza della situazione che giorno dopo giorno diventa sempre più inconcepibile e ingestibile.

Aspettando di avere indietro la nostra vita

Per cui non vi farò gli auguri con la frase di rito per un sereno Natale e un Felice Anno Nuovo, ecc. ecc. Dirò solo: rivogliamo la nostra vita! Il nostro caos, le nostre risate all’aria aperta. Il nostro aperitivo dopo il lavoro. Il nostro cinema del sabato sera, le feste in casa, il posto di lavoro, quello vero.

E se sarà un vaccino o altro a farci ritrovare la serenità, quella autentica, cari governanti e classe medica, anziché litigare, mettervi in mostra, fare programmi salvo poi smentirli il giorno dopo, fare DCPM come se piovesse, trovate il modo per farci uscire da questa situazione!

Ve lo chiediamo noi italiani tutti in coro. Mettete seriamente mano a quanto sta accadendo senza scuse e rimandi. Cominciate da quello che avete distrutto in questi anni a partire dalla sanità, la scuola, le professioni mediche e paramediche, la ricerca, ecc.

Sforzatevi un po’ e fateci sentire che state mettendo in atto tutto il vostro impegno e di più per farci sentire sicuri come farebbe un buon padre di famiglia. Perché in fondo, cari governanti, con il vostro giuramento quando avete accettato di servire lo Stato  avete fatto un giuramento anche davanti a noi. Ovvero che eravate capaci di rispettare questo patto!

Daniela Ameri, Direttrice responsabile di Altraetà.it

 

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