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“Con le scarpe tutte rotte”: la tradizione della Befana

“Con le scarpe tutte rotte”: la tradizione della Befana

Dopo pranzi favolosi, cenoni, regali e feste in famiglia arriva la Befana. Come vuole l’antico detto popolare, l’Epifania tutte le feste si porta via, concludendo il periodo natalizio e dando ufficialmente il via al nuovo anno. La tradizione della Befana ha origini molto antiche e accomuna le generazioni di una volta con quelle di oggi. Anche se – bisogna dirlo – in passato i doni che la vecchina vestita tutta di toppe portava erano molto più morigerati.

Un’origine legata alla nascita di Gesù

Il termine Epifania deriva dal greco epiphàneia, ossia manifestazione, apparizione e befana ne è una storpiatura. Presso gli antichi greci, le epifanie erano feste in cui le divinità si manifestavano, anche se nel segreto del tempio. Con l’arrivo del Cristianesimo, per cui esiste un unico Dio, di epifania ne rimase una sola: quella di Gesù. Secondo la tradizione, il 6 gennaio Gesù si rivelò per la prima volta come Figlio di Dio con l’omaggio che gli fu reso dai Re Magi.

Come entra in tutto questo la Befana? Una leggenda popolare narra che i tre astrologi giunsero a Betlemme guidati da una stella. Ma nel loro peregrinare si fermarono prima a chiedere informazioni a una anziana signora che però rifiutò di seguirli. In seguito, presa dai rimorsi, prese con sé un cesto di dolci e andò a cercarli, passando di casa in casa. In ogni dimora in cui viveva un bambino in fasce lasciava un dono, nella speranza di aver trovato il Figlio di Dio. E da allora, il 6 dicembre, la Dodicesima Notte dopo Natale, vaga per il mondo, portando doni ai più piccoli, in cerca di perdono per la sua mancanza. Così nasce la tradizione della Befana.

La collega di Babbo Natale

L’aspetto che si tramanda abbia la Befana è rimasto invariato nei secoli. Si presenta come una vecchina con un fazzoletto in testa a coprirle i capelli bianchi e poveramente vestita. Gonna ampia e scura, grembiule e scialle rattoppati e ovviamente le famose “scarpe tutte rotte”, con cui – come vuole la filastrocca – “vien di notte”.

Come Babbo Natale, arriva nelle case delle famiglie dal camino. La tradizione della Befana vuole che le sia lasciato qualcosa con cui rifocillarsi. I bambini dovrebbero perciò lasciare sul tavolo un mandarino e un bicchiere di vino cosicché la vecchina possa riprendersi e continuare il suo giro. È nelle calze – che una volta venivano lavorate a mano da mamme e nonne – che la Befana lascerà i suoi doni, dolci e piccoli giocattoli per i più bravi ma carbone per i monelli!

Se vuoi scoprire altre usanze e piatti tipici dell’Epifania leggi anche L’Epifania in Italia fra tradizioni e ricette.

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