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Sudoku e parole crociate aiutano a mantenere giovane il cervello

Sudoku e parole crociate aiutano a mantenere giovane il cervello

Sole, mare, sudoku e parole crociate. Per gli over 50 è questo il modo migliore per mantenere in forma il cervello durante l’estate. Dedicare qualche minuto del proprio tempo a giocare a sudoku o a fare le parole crociate sottopone la materia grigia a un vero e proprio training.

È quanto emerge da un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Geriatric Psychiatry che ha ribadito come intrattenersi regolarmente con cruciverba ma anche con puzzle e sudoku contribuisce a migliorare il livello di attenzione, il ragionamento e le capacità mnemoniche delle persone che hanno passato i 50 anni di età. Questi passatempi rappresentano così un modo divertente per mantenere in forma la materia grigia.

Lo studio riprende i dati raccolti da un’indagine precedente che aveva evidenziato come le persone che si dedicano con costanza all’enigmistica possano contare su un cervello mediamente più giovane di dieci anni rispetto alla propria età anagrafica.

È comunque da sottolineare che l’indagine in questione sfata una credenza notoriamente diffusa, ossia che i giochi di logica e simili aiutino a prevenire lo sviluppo della demenza senile o di patologie ad essa collegate. Questa credenza non ha nessun valore scientifico in quanto lo sviluppo più o meno grave del decadimento cognitivo è determinato da molti fattori. Nonostante questo, svolgere attività che servono ad allenare la mente può essere un prezioso elemento che va a inserirsi nella prevenzione delle patologie da decadimento cognitivo.

Quello di mantenere ed eventualmente migliorare le prestazioni cognitive in età avanzata è un argomento sempre più discusso all’interno della comunità scientifica in quanto con l’allungarsi della vita media il desiderio di tutti è quello di affrontare le fasi di vita più avanzata in possesso di tutte le facoltà fisiche e mentali.

Gli studi fatti fino a oggi hanno evidenziato come esistano persone che possono contare su una vera e propria riserva cognitiva, ossia una capacità del cervello di fare maggiormente fronte ai danni provocati dallo scorrere del tempo, come traumi o eventi acuti quali ictus e invecchiamento cerebrale. In queste persone è stato notato che patologie come Alzheimer e Parkinson si manifestino in maniera molto più blanda e che soprattutto non hanno un impatto evidente sulle normali attività quotidiane.

Il motivo di questa resilienza cerebrale sembra essere dettato dalla presenza di un maggior numero di neuroni nel cervello delle persone dotate di riserva cognitiva dovuta sicuramente a un fattore genetico ma anche a uno stile di vita sano caratterizzato dallo svolgimento, fin dalla giovane età, di attività volte a mantenere allenata la materia grigia, come appunto i giochi di logica o i passatempi come le parole crociate.

Andrea Carozzi

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