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Sant’Egidio e il Progetto “Viva gli Anziani!”

Sant’Egidio e il Progetto “Viva gli Anziani!”

Sono 5,6 milioni gli anziani soli in Italia. La Comunità di Sant’Egidio, da 40 anni propone numerose iniziative di servizio, culturali e di sostegno, di contrasto alla solitudine e all’istituzionalizzazione, di valorizzazione degli anziani come risorsa per la nostra società. Ne parliamo con Chiara Inzerilli, Responsabile del Programma “Viva gli Anziani!”.

Attraverso quali iniziative vi occupate degli anziani soli e con quali modalità vi mettete in contatto con loro?
La Comunità di Sant’Egidio festeggia quest’anno il 40° anniversario del suo servizio agli anziani nella città di Roma e nel mondo. Agli inizi di questa storia di vicinanza agli anziani, la Comunità di Sant’Egidio era una realtà solo romana, che cominciava a radicarsi nella periferia, in quartieri come Primavalle o la Garbatella; esistevano le baraccopoli ed i borghetti e la povertà riguardava fette consistenti di popolazione; i bambini erano tanti e con i problemi dei bambini poveri: fame, ignoranza e sfruttamento da parte degli adulti.
Gli anziani non avevano ancora una consistenza statistica; erano la generazione delle due guerre, dell’epidemia della spagnola, anziani “rocciosi”, spesso emigrati del Sud, che avevano trovato un approdo nella grande città. Già da allora- a Sant’Egidio – maturava la coscienza che la condizione più difficile da vivere era ed è l’isolamento sociale in cui tanti anziani si trovano a passare gli ultimi anni di vita: vedevamo nell’anziano il grande malato di solitudine.
Una malattia insidiosa, che aggrava la debolezza di vite già fragili, una malattia che si rivela spesso mortale . Da allora ad oggi molte cose sono cambiate: gli anziani oggi sono tanti, alcuni dicono troppi….un certo benessere economico ha cambiato la faccia delle nostre società, anche se la recente crisi economica oggi mette in dubbio tante sicurezze date ormai per acquisite. Anche le generazioni anziane risentono di questo nuovo clima culturale, che le consegna ora ad un giovanilismo esasperato, ora ad una rassegnazione profonda, che gli fa maledire gli anni in più conquistati grazie al miglioramento della qualità della vita ed ai progressi della Medicina.

Anche oggi come nei primi anni di attività, la Comunità di Sant’Egidio cerca di rispondere al dramma della solitudine di tanti, in primo, luogo costruendo realtà di aggregazione dove gli anziani siano protagonisti della vita ecclesiale e civile, insieme ai giovani e ai meno giovani, vivendo con tutti un’amicizia personale, che diventa sostegno ed aiuto concreto, quando insorgono le difficoltà: questo vuol dire anche assistenza domiciliare e ricerca di soluzione abitative per contrastare l’istituzionalizzazione degli anziani, come risposta obbligata alla perdita dell’autosufficienza.

Molte di queste iniziative oggi hanno una loro solidità, hanno significato l’apertura di veri e propri servizi, o la realizzazione di piccole strutture di accoglienza e rappresentano  nel panorama dei servizi attuali, modelli innovativi a cui altri si riferiscono quando sono alla ricerca di buone prassi nel settore. E’ questo il caso del pacchetto di soluzioni abitative rivolte ad anziani con problemi abitativi o con problemi di ridotta autonomia, realizzate a Roma ed in altre città europee. Si tratta di case-famiglia, comunità alloggio condomini protetti o di forme di couhousing più o meno formale, che la Comunità promuove in alternativa alle grandi strutture di ricovero, che con l’attuale crisi economica diventano sempre più soluzioni impraticabili e troppo dispendiose. Si tratta di strutture molto belle e dove si respira un aria di famiglia e  dove si forniscono agli anziani ospiti servizi domiciliari sanitari di eccellenza.
Negli ultimi anni la Comunità di Sant’Egidio ha realizzato il Programma “ Viva gli Anziani!” , un servizio di monitoraggio attivo della popolazione over 75, che dal 2004 è attivo a Roma nel Centro Storico, e si sta diffondendo in altre città. Anche in questo  caso l’idea di fondo è quella di rispondere alla grande domanda, che sale da realtà urbane sempre più spersonalizzate, dove si può vivere e morire in maniera “in apparente”, come capita agli anziani, di cui si scopre la morte dopo giorni, mesi, addirittura anni. Questo Programma ha raggiunto negli anni più di 9.000 anziani ed attualmente ne segue 4.300 con un servizio di monitoraggio attivo, operativo 365 giorni l’anno, attraverso telefonate, visite domiciliari ed intervento diretti di sostegno, in rete con gli altri servizi del territorio ed attivando varie risorse informali, quali i vicini di casa, i commercianti, i portieri degli stabili etc.. Mettere l’anziano al centro della vita di un quartiere è fra gli obiettivi del Programma e questo produce ricadute positive in termini di benessere personale degli anziani ed anche un risparmio economico, in termini di miglior utilizzo delle risorse, diminuendo drasticamente i ricoveri ospedalieri e nelle residenze sanitarie assistenziali.

Quanti sono gli anziani che vi chiedono aiuto?
Le richieste sono tante arrivano da tutta Italia e anche dall’estero: al call center della Comunità di Sant’Egidio sono arrivate, nel 2012, 1.270 richieste di aiuto da parte dei diretti interessati o di familiari e conoscenti. Di queste il 23 % sono anziani. La maggior parte delle richieste riguarda anziani non autosufficienti, che richiedono compagnia, assistenza domiciliare, accompagnamento, ma anche consigli giuridici e soprattutto soluzioni alloggiative o ospitalità presso le nostre case famiglia. Cerchiamo di rispondere a tutti, concordando un primo incontro in cui aiutiamo la persona ad orientarsi nel difficile mondo dei servizi, suggeriamo delle possibili soluzioni, cominciamo a costruire un rapporto personale, che significherà prendersi carica della persona nelle sue necessità oppure proporgli di partecipare alle nostre attività.
Il discorso è diverso per il Programma Viva gli Anziani!”, che essendo strutturato come servizio pubblico, è aperto 365 giorni l’anno e risponde alle richieste degli anziani “target” del Programma (tutti gli over 75 residenti nei rioni Trastevere, Testaccio ed Esquilino). A questi assicuriamo interventi diretti, accompagnamenti, disbrigo pratiche e altro e soprattutto lavoriamo per attivare una rete di sostegno attorno all’anziano, composta da vicini di casa, volontari, familiari, ma anche commercianti, portieri, e naturalmente dai servizi socio-sanitari già esistenti sul territorio.

Siete presenti in tutta Italia con questo servizio?
Direi in tutta Italia e nel mondo.  Oggi infatti il servizio agli anziani si è esteso a vari paesi europei ( Belgio, Germania, Spagna) africani (Mozambico, Malawi, Repubblica democratica del Congo), asiatici ( Indonesia, Pakistan) e in America (dagli U.S.A. al Salvador, Messico, Argentina) per citarne solo alcuni. In Italia abbiamo delle belle esperienze, oltre che a Roma, a Napoli, a Genova, Novara, Milano, Firenze, Catania, Messina, Padova, Trieste e in molte altre città e piccoli centri. Dove c’è una Comunità di Sant’Egidio nel mondo, c’è un’attenzione particolare agli anziani e alle loro necessità.

Il vostro lavoro si intensifica durante l’estate?
Il Programma “Viva gli Anziani!” è nato proprio nell’estate del 2004 per rispondere al problema dell’isolamento sociale degli anziani, specialmente nei periodi di caldo torrido, quando le città si svuotano ed anche i servizi a loro disposizione si riducono; siamo quindi al nostro nono anno di attività: dal 15 maggio al 15 settembre scatta il periodo critico in cui la Protezione Civile osserva l’andamento delle temperature e del grado di umidità dell’aria e poi ci invia il bollettino giornaliero, che ci consente di anticipare di 48 ore l’arrivo dell’ondata di calore. In questo caso i nostri operatori contattano – con una telefonata  o recandosi di persona presso il domicilio dell’anziano – tutti gli over 75 attualmente in monitoraggio ( i residenti di Trastevere, Testaccio ed Esquilino), per accertarsi delle loro condizioni di salute ed offrire supporto in caso di necessità, cominciando dai più anziani e soli, fino ad aver raggiunto tutti. Questo sistema consente di intercettare le persone che si trovano in difficoltà e che necessitano di un intervento tempestivo oppure di un semplice aiuto concreto come portare una valigia in stazione sotto il solleone….

Chi volesse diventare volontario cosa deve fare?
Può contattarci al numero 06 8992234 in orario pomeridiano al numero 06 8992222 ( 8.30 -18.30 dal lunedì al venerdì). Oppure puoi scriverci a  redazione@vivaglianziani.it .

c.p.

 

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