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Salone Del Mobile, Federlegno: “Primo segnale di ripresa”. Torna Il Design anni ’70 / ’80

Salone Del Mobile, Federlegno: “Primo segnale di ripresa”. Torna Il Design anni ’70 / ’80
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Il Salone del Mobile di Milano edizione 2015 si è chiuso nella speranza sia l'ultimo di questa fase di profonda e deleteria crisi. Una speranza che deriva soprattutto dall'interesse che la rassegna ha suscitato nel mondo e dai moltissimi visitatori stranieri, ammaliati dal design mobiliero “made in Italy”. Gli operatori esteri sono stati quasi il 70…

Il Salone del Mobile di Milano edizione 2015 si è chiuso nella speranza sia l’ultimo di questa fase di profonda e deleteria crisi. Una speranza che deriva soprattutto dall’interesse che la rassegna ha suscitato nel mondo e dai moltissimi visitatori stranieri, ammaliati dal design mobiliero “made in Italy”. Gli operatori esteri sono stati quasi il 70 per cento, i visitatori complessivi oltre 310 mila per un expo dedicato ad un settore economico che fattura quasi 27 miliardi di euro, con più di 360 mila occupati diretti che, con l’indotto, raddoppiano.

Molti i russi, tantissimi i cinesi, ad onorare il fatto che sono loro primo mercato per il mobile italiano. E poi tedeschi, medio orientali, soprattutto da Arabia Saudita, Libano ed Egitto con in crescita i visitatori Usa, Uk ed India.

Tutto ciò per il presidente Federlegno, Roberto Snaidero, significa “primo segnale di una ripresa annunciata”. “Salone positivo – ha detto – con la sua forza nell’export che vale 11 miliardi di euro ed è in crescita. Il mercato interno invece soffre ancora molto”. Ma per questo, soffocato tra crisi ma anche pur di scarsa qualità low cost del mobile, Snaidero assicura iniziative ed attenzione. “Insieme a Federmobili – fa sapere il leader dei mobilieri italiani – a supporto dei piccoli ma pregevoli negozi di arredo italiani che offrono competenza, buon servizio e prodotti nazionali, stiamo studiando opportune iniziative”. Pure, aggiunge, contro pubblicità ingannevoli e risonanti.

E per gli stranieri la produzione italiana ha offerto, nella rassegna al mega complesso fieristico di Rho, arredi di grande impatto visivo, mobili lavorati, intarsiati. Tra fantasia e riproduzione di mobili antichi, il mobile è artigianale, finemente eseguito, sfarzoso, colorato, ricco e di grandi dimensioni, adatto appunto ad un mercato straniero. A Paesi che amano sfarzo e ridondanza. Effetti quasi speciali, se vogliamo persino eccessivi talvolta, ma comunque sempre tali da riempire gli occhi.

Circa invece la produzione diretta in maggioranza al mercato interno, c’è da dire che il mobile è razionale semplice ma piacevole, soprattutto in legno o laccato chiaro. Ma la casa deve essere comoda e per questo l’arredo italico punta su salotti comodi, morbidi, e in vasta gamma di tessuti; idem i letti, imbottiti ed invitanti al riposo appunto. Tutti smontabili, sfoderabili e lavabili in casa. E c’è ancora da sottolineare il ritorno al design proposto da alcune aziende qualificate che hanno messo in mostra prodotti anni ’70- ’80.
Articoli immutabili, belli ora come allora, pezzi finiti in musei di architettura e libri di analoga materia e che possono essere collocati nelle proprie abitazioni. Infine gli uffici: ormai scrivanie, divani, tavoli riunioni, sedie ergonomiche, librerie, sono così belli e comodi che quasi una persona non vede l’ora di andare a lavorare. E negli uffici, per i momenti di pausa dal lavoro, ecco una mini palestra con attrezzi per esercizio fisico, corsa, osservando un computer dal quale ricevere e inviare mail o visitare vari siti internet.

Dino Frambati

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