fbpx

Patologie e tumori della prostata: quali sono e come curarli

Patologie e tumori della prostata: quali sono e come curarli
L'ipertrofia prostatica (IPB, ingrossamento benigno della prostata) è la patologia maschile più diffusa e colpisce oltre l'80% degli italiani sopra i 50 anni. I problemi prostatici coinvolgono il settore sociosanitario con costi altissimi, con oltre 40 mila interventi chirurgici l’anno, 14.854 ricoveri, 327,8 milioni di euro spesi per il trattamento farmacologico e 74.834 giornate di…

L’ipertrofia prostatica (IPB, ingrossamento benigno della prostata) è la patologia maschile più diffusa e colpisce oltre l’80% degli italiani sopra i 50 anni.

I problemi prostatici coinvolgono il settore sociosanitario con costi altissimi, con oltre 40 mila interventi chirurgici l’anno, 14.854 ricoveri, 327,8 milioni di euro spesi per il trattamento farmacologico e 74.834 giornate di assenza dal lavoro.

L’ipertrofia prostatica”, dice il dottor Roberto Miano, presidente del Meeting internazionale e urologo all’unità Operativa di Urologia della Fondazione Policlinico Tor Vergata diretta dal professor Giuseppe Vespasiani, “ è destinata ad aumentare a causa dell’invecchiamento, tanto che in Italia si pone ai primi posti per diagnosi effettuate ogni anno, seconda solo all’ipertensione arteriosa. L’IPB incide pesantemente sulla qualità di vita, provocando disturbi che vanno dalla difficoltà a urinare, all’insopprimibile urgenza, all’aumentata frequenza minzionale diurna ma anche notturna che disturba il sonno dei pazienti. Infine, nei casi più seri, porta alla completa ritenzione urinaria che richiede l’urgente ricorso al catetere per lo svuotamento della vescica. L’IPB si accompagna talvolta anche a disfunzioni sessuali, impotenza e problemi di eiaculazione. Quando la prostata si ingrossa, ostacolando il passaggio dell’urina, è necessario togliere il tessuto in eccesso, quello che con termine medico si chiama adenoma”.

Pochi giorni fa è stata però presentato a Roma in occasione del 1° Meeting internazionale NWe Horizons in the medical and surgical treatment of BPH and Prostate cancer, una nuova cura che potrebbe eliminare in tempi ridottissimi la suddetta patologia grazie ad un laser di ultima generazione.

La nuova metodica Greenlight XPS®”, spiega  Miano, “messa a punto negli Stati Uniti sfrutta l’azione di un potente laser al triborato di litio che vaporizza con precisione millimetrica l’adenoma prostatico trasformandolo in vapore. L’intervento mini-invasivo si effettua per via endoscopica, in anestesia spinale senza provocare sanguinamento. Ed è questa la grande novità: il laser verde non causa emorragie in quanto determina una coagulazione immediata dei tessuti. Questa metodica quindi è l’unica che per la prima volta risolve il disturbo in un solo giorno con dimissioni in 12 o  24 ore. Una buona  parte dei pazienti può tornare a casa dopo una notte di ricovero e riprendere le normali attività nel giro di una settimana”.

Il tumore alla prostata

Il tumore della prostata è la patologia tumorale con maggiore incidenza al mondo e colpisce gli uomini con età compresa tra i 45-75 anni. Il sempre più diffuso utilizzo del test sul sangue del PSA ha inevitabilmente portato a una diagnosi sempre più precoce con una significativa diminuzione dell’età alla diagnosi. Ma allo stesso tempo questo tumore ha caratteristiche biologiche molto particolari con una lenta crescita che spesso non causa la morte del paziente: quindi il tumore potrebbe esserci ma essere insignificante dal punto di vista clinico.

Ancora oggi, il trattamento radicale chirurgico o con radioterapia rappresenta la terapia più diffusa per il tumore della prostata cosiddetto “localizzato” con conseguenze spesso molto importanti per il paziente in termini di complicanze sessuali (impotenza 40-80%) e funzionali (incontinenza urinaria 2-15%). Accanto a queste terapia, e proprio per i motivi detti sopra, sempre più spazio trova la sorveglianza attiva, terapia che consente in casi selezionati di non trattare la malattia ma “sorvegliarla” nel tempo con PSA, risonanza magnetica e biopsia prostatica.

Questa terapia genera però un rilevante stress per il paziente che spesso l’abbandona dopo qualche anno.

E’ proprio qui che stanno prendendo spazio le cosiddette “terapie focali”, terapie ablative che consentono di trattare la patologia tumorale clinicamente significativa con preservazione dell’organo e quindi con minime complicanze. Tutte le terapie focali si basano sul concetto di “terapia mirata” che governa da tempo il trattamento del cancro alla mammella (quadrantectomia) e solo da poco applicate anche alla prostata. 

Bisogna dire infatti che si tratta ancora di terapie in corso di studio, con risultati iniziali oncologici molto incoraggianti, applicabili a pazienti selezionati. I vantaggi connessi sono numerosi: distruggono solo le zone specifiche interessate dal tumore, preservando il tessuto sano e la funzione specifica della ghiandola.

Gli effetti collaterali indesiderati sono minimi e significativamente inferiori a quelli conseguenti alla chirurgia tradizionale o alla radioterapia. Inoltre non pregiudicano un eventuale trattamento focale o radicale successivo. Altro vantaggio, la terapia focale può essere eseguita con regime di ricovero ridotto, spesso con una sola notte di degenza in ospedale.

La scelta della tecnica focale più indicata dipende dalle dimensioni della prostata e dalla localizzazione del tumore. E’ proprio questo il punto fondamentale della terapia focale: l’esatta identificazione e localizzazione spaziale del tumore. L’avvento di tecniche di diagnostica per immagini sempre più raffinate e basate sull’utilizzo della risonanza magnetica ci consente oggi di capire meglio la localizzazione e l’aggressività del tumore con possibilità di eseguire biopsie “target” guidate dalle immagini.

Le principali metodiche focali sono:

1. Crioablazione. Si basa sul congelamento dell’area tumorale che determina un vero e proprio shock cellulare con distruzione del tumore.

2. HIFU (Ultrasuoni focalizzati ad alta intensità). Utilizza come fonte di energia gli ultrasuoni, che vengono mirati sull’area da trattare con l’aiuto di tecniche di fusione di immagini ecografia/ Risonanza Magnetica determinando attraverso un effetto termico il danno  e la necrosi tissutale.

Altre tecniche l’Elettrovaporizzazione irreversibile (IRE), la Terapia fotodinamica mirata (PDT), l’ablazione focale laser (FLA), sono ancora in fase di studio.

 Un aspetto comunque molto importante per queste terapie rimane l’attenta comunicazione con il paziente che deve essere informato degli attuali vantaggi e svantaggi di tali metodiche.

L'articolo ti è piaciuto? Condividilo sui social!

Iscriviti alla newsletter

Se ti è piaciuto questo contenuto iscriviti alla Newsletter ed entra a far parte della Community di Altraetà: una volta alla settimana riceverai sulla tua mail una selezione delle migliori notizie sul mondo over 50.

Più letti

Potrebbe interessarti anche

Iscriviti alla newsletter e rimani sempre aggiornato sul mondo over 50

Utente registrato correttamente!

Resetta la tua password

Inserisci il tuo indirizzo email o nome utente. Riceverai un link per creare una nuova password via e-mail.