Svezia, Danimarca, Regno Unito, Irlanda e Olanda: questi i Paesi europei a “misura di nonni” e nei quali si dovrebbe vivere per essere sicuri di “invecchiare bene”. L’Italia si trova a metà di questa speciale classifica che misura la realizzazione delle politiche per l’invecchiamento attivo nei diversi paesi dell’Unione.
L’ Active Aging Index è un indice statistico e le quattro macro aree di cui è composto sono il “livello di occupazione”, il “grado di partecipazione nella società”, il “quanto si vive questa fase di vita in salute e in modo indipendente e sicuro” e infine la “capacità di invecchiare attivamente”.
Uno strumento importante per monitorare l’applicazione delle politiche di invecchiamento attivo e stilare una speciale classifica delle città “a misura di nonni”.
L’Italia è al 15° posto su 27 Paesi. Il “livello di partecipazione sociale” è alto e da attribuire al fatto che molti nonni si prendono cura dei figli e dei nipoti. Siamo sopra la media anche per quanto riguarda il “prendersi cura degli anziani e dei parenti non più autosufficienti”, mentre per il “livello di partecipazione sociale”, siamo perfettamente in media, ma lontani da Paesi come l’Austria o l’Olanda.
Risultiamo in grande ritardo, invece, per tre aspetti: l’esercizio fisico, la dimestichezza con le tecnologie informatiche e il life long learning. Anche se in Italia sta crescendo tantissimo in questi ultimi anni l’attenzione dei senior per queste attività, abbiamo ancora molto da fare se vogliamo raggiungere gli standard europei.
Ma quali sono, in Italia, le regioni e le città più “vecchie”? A livello regionale la Liguria detiene l’indice di vecchiaia più elevato, seguita da Friuli-Venezia Giulia e Toscana. Le province con indice di vecchiaia più elevato sono Trieste e Savona (rispettivamente 247,8% e 241,4%), seguite a breve distanza da Ferrara (236,2 %) e Genova (235,5 %) (Istat).
c.p.
