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Non sapevo di avere l’epatite C

Non sapevo di avere l’epatite C
Esempio di testimonianza paziente epatite C

Torniamo a parlare di epatite C, una patologia del fegato su cui ancora oggi circolano pregiudizi e credenze legate al passato. Non molte persone, ad esempio, sanno che si tratta di una malattia silente, che a lungo può rimanere asintomatica. Questa caratteristica la porta a essere una patologia sottodiagnosticata: solo in Italia si stima che tra le 71mila e le 130mila persone ne siano affette senza saperlo. Ma cosa succede una volta che si scopre di aver contratto l’infezione? E soprattutto, si può guarire? 

Oggi, grazie alle terapie moderne, l’epatite C è curabile. Racconta ad Altraetà la sua esperienza e il suo percorso Saverio V., che grazie ai nuovi farmaci è guarito. 

Epatite C, la storia di chi ci è passato

“Ho scoperto di avere l’epatite C dopo una indagine fatta in famiglia, alla fine degli anni Ottanta. Mia suocera, che donava il sangue, era risultata positiva: a quel punto tutta la famiglia ha fatto un controllo, che ha rivelato che anche noi avevamo contratto l’infezione. All’epoca l’infezione era identificata come epatite non A e non B. Solo nei primi anni Novanta, con l’introduzione dei test anticorpali, è stato possibile identificare il virus HCV” ricorda Saverio V. 

Una diagnosi che giunge completamente inaspettata. Nessuno aveva sintomi. “Sin da piccolo avevo avuto le transaminasi leggermente alte. All’epoca però non si conosceva questa patologia e non si capiva il motivo dei miei valori. Solo con la diagnosi di mia suocera e il successivo approfondimento ho scoperto di avere l’epatite C. Probabilmente, la avevo già da anni.”

HCV, un virus che si trasmette per via ematica

L’epatite C è una malattia del fegato causata dal virus HCV. Il virus attacca le cellule epatiche, inducendo uno stato infiammatorio che con il tempo può portare allo sviluppo di patologie croniche del fegato come cirrosi epatica e tumori. Ma come si contrae l’infezione? 

Il veicolo attraverso cui si trasmette il virus è il sangue. Si può quindi contrarre l’epatite C se si è entrati a contatto con siringhe o strumenti medici non propriamente sterilizzati: una delle popolazioni più a rischio è infatti quella degli over 60, che possono essere stati infettati in passato da sangue infetto e da presidi medici riutilizzati durante trasfusioni, prelievi, micro e macro interventi chirurgici, inclusi quelli di natura estetica. “Verosimilmente, è così che ho contratto l’epatite C – racconta Saverio V. “Il contagio probabilmente è avvenuto attraverso le famose siringhe di vetro di una volta, che usavamo in famiglia quando ero piccolo.”

L’inizio del percorso di cura

Le terapie per l’epatite C sono molto cambiate nel corso degli anni, raggiungendo ottimi livelli di efficacia. Oggi, nel 95% dei casi, i nuovi trattamenti portano all’eradicazione completa del virus. Ma non è stato sempre così. 

“Dopo essermi rivolto a un centro specializzato, ho iniziato la cura con interferone e ribavirina, con fortissimi effetti collaterali – continua Saverio. “Ho fatto due cure di questo tipo, poi sono passato ai primi inibitori della proteasi. Anche in questo caso gli effetti collaterali erano molto pesanti.” 

Tre cure molto impegnative, per il corpo e per la psiche, che purtroppo non hanno eliminato il virus. Nel mentre, continuavano le visite di controllo. “Durante la terza cura ci siamo accorti che il virus aveva incominciato a fare danni più seri, provocando la cirrosi. L’epatite C era avanzata.” Questo ha cambiato tutto: non era più possibile convivere con la malattia come in precedenza. Iniziavano a manifestarsi anche i primi sintomi, come la stanchezza cronica. Era necessario un nuovo approccio. 

I nuovi farmaci e la guarigione 

I nuovi farmaci, disponibili in Italia dal 2014, sono straordinariamente efficaci. E hanno anche meno effetti collaterali rispetto alle terapie del passato. Questi trattamenti si sviluppano in cicli terapeutici di 8, 12 e più raramente 24 settimane

Con i nuovi farmaci Saverio è guarito. “Ricordo di quei giorni l’ansia e l’attesa per i nuovi farmaci” – racconta. “Si sapeva già dell’efficacia delle terapie grazie agli studi e aspettavamo con trepidazione. Arrivata l’approvazione dei farmaci, ho iniziato la nuova terapia. Così siamo riusciti a eradicare l’epatite C. Dopo tanto tempo, non mi sembrava vero.”  

Un consiglio 

Il messaggio che Saverio vuole lasciare a chi si trova oggi nella sua situazione? “È importante agire il prima possibile, prima che arrivino danni gravi, come nel mio caso. Perché a quel punto non si torna indietro. Le cure vanno fatte quando si sta bene. Naturalmente, anche dopo l’eradicazione del virus, rimangono fondamentali le visite di controllo. Non bisogna, però, abbattersi: oggi l’epatite C non è più un problema, perché si può curare”. 

Per maggiori informazioni sull’epatite C, visita C come curabile, il sito dell’omonima campagna promossa da Gilead con il patrocinio della Società Italiana di Malattie Infettive Tropicali, della Fondazione The Bridge, di Epac Onlus, dell’Associazione Italiana Studio del Fegato, di Plus Onlus e Fondazione Maraini. 

Micol Burighel

 

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