Superati i 65 anni molte persone vanno in contro ad una considerevole perdita della massa muscolare. Questa perdita del tono muscolare in ambito medico prende il nome di sarcopenia ed è un processo fisiologico che comincia in maniera strisciante già in giovane età, ovvero tra i 30 e i 50 anni, per accelerare dopo il 70° anno di vita. Le persone colpite da sarcopenia perdono ogni anno dall’1 al 2% della loro massa muscolare.
Sebbene la sarcopenia interessi l’intero organismo, diversi studi hanno evidenziato come questa patologia influisca in modo rilevante sugli arti e in particolar modo sulle gambe, che con l’avanzare dell’età diventano, con sorprendente regolarità, sempre più deboli e fragili.
Una recente ricerca, condotta da un team di scienziati della Manchester Metropolitan University in collaborazione con l’Università di Manchester e con l’Università di Waterloo,e pubblicata sul Journal of Physiology, ha cercato di gettare luce sui meccanismi più profondi che regolano l’insorgere della sarcopenia.
Il team di ricercatori è arrivato alla conclusione che la perdita di massa muscolare è causata principalmente da un peggioramento diffuso del sistema nervoso in età avanzata.
I dati raccolti evidenziano, infatti, che dai 75 anni in su i nervi degli esseri umani tendono a deteriorarsi più velocemente creando di fatto uno scollamento tra i muscoli e il sistema nervoso che porta il tessuto muscolare a deteriorarsi. Non tutti i muscoli deperiscono; alcune parti si salvano proprio grazie a nervi “superstiti” che, grazie a un meccanismo di protezione, inviano in soccorso nuovi rami nervosi.
Questo meccanismo di protezione è differente da individuo a individuo e può avere più o meno successo. Per questo nei casi più gravi, ossia nei casi in cui questo stesso meccanismo salva solo poche fibre muscolari sul totale, si può arrivare ad un’estesa perdita muscolare e allo sviluppo di una marcata sarcopenia.
Gli autori dello studio hanno dichiarato che il prossimo step della ricerca è quello di mettere a punto delle terapie volte a salvare la maggior parte delle ramificazioni nervose al fine di mantenere in buona salute le fibre muscolari limitando i danni neuro muscolari provocati dalla sarcopenia.
Andrea Carozzi