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La dieta dell’orologio per combattere il diabete

La dieta dell’orologio per combattere il diabete

Buone notizie per chi si trova a combattere quotidianamente contro il diabete. Contrastarlo, infatti,  sembra possibile, grazie alla dieta dell’orologio. Questo è quello che emerge da un recente studio americano, che trova nella dieta dell’orologio un metodo per contrastare i principali fattori di rischio che portano a sviluppare il diabete. 

Dieta dell’orologio, vediamoci chiaro

La dieta dell’orologio si basa sul fatto che per combattere i fattori di rischio e la glicemia alta basta racchiudere tutti i pasti nell’arco di 10 ore. Questo è il risultato a cui sono arrivati i ricercatori del Salk Institute di La Jolla, in California. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cell Metabolism. 

Come funziona

Questo particolare regime alimentare è chiamato dieta dell’orologio perché pone in primo piano l’orario dei pasti rispetto alla quantità di calorie assunte. Colazione, pranzo, cena e spuntini devono, infatti, essere consumati nell’arco di 10 ore al fine di velocizzare il metabolismo e favorire la diminuzione del peso corporeo. Questa dieta permette di stabilizzare i ritmi circadiani, ossia come l’organismo reagisce alle ore di luce e buio o sonno e veglia. Questo processo svolge un ruolo determinante per il funzionamento di molti sistemi ormonali e nervosi.

Lo studio

I ricercatori del Salk Institute di La Jolla hanno selezionato 19 pazienti affetti da sindrome metabolica. Questa sindrome è una situazione clinica nella quale diversi fattori fra loro correlati concorrono ad aumentare la possibilità di sviluppare patologie come il diabete o problemi dell’apparato cardiovascolare. Tale disturbo si caratterizza da sovrappeso, pressione e colesterolo alti ed elevata glicemia a digiuno. I partecipanti all’indagine sono stati sottoposti alla dieta dell’orologio e dopo tre mesi hanno perso peso velocemente riducendo di fatto anche i fattori in grado di dare inizio al diabete. Inoltre, il regime alimentare ha influenzato in modo positivo anche i valori della pressione, oltre a quelli del colesterolo cattivo. 

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