Vi avevamo già parlato di Pepper, il robot pensato per assistere i meno giovani nella loro routine quotidiana, con l’eccezionale caratteristica di rispettare il background culturale della persona. Il progetto Caresses è stato coordinato da Antonio Sgorbissa, Professore di Robotica dell’Università di Genova già ospite del Silver Economy Forum, e ha coinvolto sei partner europei (Università di Genova, Università di Örebro, Università del Middlesex, Università di Bedfordshire, Advinia Healthcare, Softbank Robotics Europe) e tre giapponesi.
Il progetto, teso a modernizzare l’assistenza agli anziani, mercoledì 26 novembre ha ricevuto il riconoscimento del Premio Innovazione SMAU 2019, durante un live streaming tenuto a Palazzo della Meridiana (Genova).
Il futuro dell’assistenza over 65
Lo sguardo del progetto Caresses è rivolto al futuro e alle soluzioni assistenziali del domani. In un contesto in cui l’invecchiamento della popolazione sovraccarica di tensioni il sistema sanitario e le strutture dedicate all’assistenza, i robot potrebbero essere impiegati per affiancare gli operatori del settore e agevolarne il lavoro. Non sostituirebbero l’elemento umano, ma sarebbero un valido aiuto, uno strumento che potrebbe essere sfruttato anche per l’assistenza domiciliare.
Robot culturalmente competenti, attenti al linguaggio, alle consuetudini sociali e religiose, alle abitudini alimentari dei fruitori, possono essere accettati con meno resistenza dagli anziani e dagli operatori. Questo il pensiero che ha spinto i ricercatori a dare vita a Caresses, che sta per Culture-Aware Robots and Environmental Sensor Systems for Elderly Support, ossia robot culturalmente competenti e sistemi di sensori ambientali per il supporto agli anziani. Pepper, il robot usato per la ricerca e costruito dall’azienda francese Softbank Robotics, si adegua alla lingua dell’interlocutore, ne rispetta lo spazio personale, conosce usi e costumi della sua cultura e religione. In più, impara qualcosa di nuovo da ogni interazione e conversazione.
Il progetto, che terminerà nel 2020, mira a sviluppare un software che possa adattarsi a più piattaforme e che sarà rilasciato in open source, per poterne massimizzare la diffusione.