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Il Remdesivir inibisce la replicazione del patogeno, lo conferma un altro studio

Il Remdesivir inibisce la replicazione del patogeno, lo conferma un altro studio

La comunità medico scientifica mondiale è sempre più impegnata a trovare delle cure efficaci da impiegare contro il propagarsi dell’infezione da coronavirus conosciuta con il nome di Covid-19. Uno dei farmaci che attualmente sembra offrire maggiori opportunità di successo prende il nome di Remdesivir.

Il farmaco in questione è da tempo impiegato per contrastare alcune delle infezioni virali più aggressive fino ad ora conosciute come quella causata dal virus Ebola, o dal virus Hendra, ma anche da patogeni molto simili alla Sars – Cov-2 come il virus della sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers) e la Sars.

Lo studio dell’Università di Alberta
Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Biological Chemistry e realizzato da scienziati dell’Università di Alberta (Canada) sembra rafforzare il ruolo del Remdesivir nella terapia per debellare il covid-19. “Impiegando il Remdesivir su dei pazienti affetti da questo nuovo coronavirus abbiamo notato dei risultati molto simili a quelli ottenuti con i pazienti affetti dalla Mers – ha spiegato Matthias Götte, uno degli autori dello studio – questo farmaco si conferma così un inibitore molto potente per contrastare la replicazione dell’attuale coronavirus”.

Come funziona Remdesivir
I dati raccolti dai ricercatori dell’Università di Alberta evidenziano come il Remdesivir sia in grado di prendere di mira la polimerasi del coronavirus, compromettendo la sua capacità di replicarsi e quindi di diffondersi in maniera incontrollata all’interno degli organismi infettati. Per queste sue caratteristiche Remdesivir può essere classificato come un antivirale ad azione diretta, una classe di antivirali che interferiscono con le fasi specifiche del ciclo di vita dei virus. I dati sono stati tutti raccolti effettuando dei test in laboratorio, come vuole la prassi scientifica, quindi è ancora da approfondire l’effetto concreto che il farmaco può effettivamente avere all’interno dell’organismo umano. I primi test sull’uomo hanno evidenziato come il Remdesivir sia in grado di ridurre la febbre e i sintomi respiratori.

È ancora presto per cantar vittoria
Tuttavia lo stesso Götte ha sottolineato come in queste fasi della sperimentazione occorra essere cauti senza accelerare i tempi: “Dobbiamo essere pazienti e attendere i risultati di altri testi clinici mirati sull’uomo per poter utilizzare il Remedisivir su larga scala”.

Andrea Carozzi

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