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Coronavirus. La guerra di Donald Trump contro la Cina è una spy story

Coronavirus. La guerra di Donald Trump contro la Cina è una spy story

Vincono i cinesi con un video di satira tra pupazzi del Lego

La pandemia da Coronavirus oltre ad aver fatto 300.000 morti e messo in ginocchio le economie del mondo ha fatto ripartire una guerra fredda tra Stati Uniti e Cina. Donald Trump, a più riprese e con un’escalation veloce, ha accusato il Paese asiatico di essersi fatto scappare il virus da un laboratorio di Wuhan.

Una guerra guidata da Trump che, quando l’epidemia era in Cina, si complimentava con il presidente Xi Jinping per come stavano combattendolo. Poi, quando l’epidemia è arrivata negli States, per il Presidente americano il virus è diventato ‘cinese’, la Cina lo aveva nascosto per troppo tempo e forse lo aveva persino fatto scappare dai laboratori.

Una serie di accuse che hanno aumentato la tensione ‘fredda’ tra le due superpotenze. Anche perché il Presidente vorrebbe chiedere i danni alla Cina minacciando misure economiche punitive qualora il gigante asiatico non fosse disposto a permettere maggiori investigazioni a riguardo.

E queste accuse non sono state lanciate da sconosciuti 007 ma dal Presidente americano in persona e dal Segretario di Stato Mike Pompeo che hanno sostenuto di avere, a questo riguardo, prove enormi. E le Borse Mondiali, a queste dichiarazioni, sono crollate.

Così enormi che, dopo qualche giorno, l’Alleanza delle Intelligence composta da Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Canada e Nuova Zelanda ha dichiarato di ritenere ‘altamente improbabile’ l’ipotesi della fuga dal laboratorio mentre considera ragionevole l’ipotesi del virus nato nel mercato di Wuhan.

Un portavoce dell’Intelligence ha sostenuto: ‘noi pensiamo sia altamente improbabile l’ipotesi dell’incidente, mentre riteniamo altamente probabile che il Coronavirus sia nato in modo naturale e che l’infezione umana sia il frutto di interazioni naturali tra uomo e animale’.

Questa novità è stata davvero clamorosa e probabilmente aumenterà la pressione sull’amministrazione Trump a cui verrà chiesto di fornire le prove di queste affermazioni. Prove che, al momento, ancora non si sono viste.

Ma dopo questo primo intoppo l’Amministrazione non ha mollato nell’aumentare la tensione e ha aggiunto altri tasselli alla spy story. L’FBI e l’Agenzia americana della Sicurezza delle Infrastrutture e della Cybersecurity hanno lanciato un warning contro non meglio identificati hackers cinesi accusati di ‘rubare’ informazioni su vaccini e prove legate al Coronavirus.

Nel comunicato si denunciava che ‘il possibile furto di queste informazioni pone a rischio le opzioni di trattamento sicure, effettive ed efficienti’. E anche questa volta, come pure nel caso delle accuse contro la Cina lanciate da Donald Trump e Mike Pompeo (la fuga del virus dal laboratorio di Wuhan), non viene data alcuna prova.

Immediata la risposta dell’Ambasciata cinese a Washington che le ha considerate tutte menzogne: ‘L’FBI ha emesso un warning basato su una presunzione di colpevolezza ma senza alcuna evidenza’.

Furti che, sempre secondo l’FBI, sarebbero già iniziati ai primi di gennaio indirizzati ad università, compagnie farmaceutiche e imprese legate al mondo sanitario. L’Agenzia ha promesso di dare nei prossimi giorni nuove indicazioni e prove.

E in tutta questa guerra quale è stata la migliore risposta della Cina, aldilà delle risposte ufficiali? ‘Once Upon a Virus’ c’era una volta un virus (disponibile su You Tube) di pochi minuti con pupazzi che sembrano costruzioni del Lego.

Un guerriero di terracotta di di Xian e la Statua della Libertà, entrambi con mascherine. Una satira semplice e divertente su come la Cina ha percepito la strategia americana. ‘Abbiamo scoperto un nuovo virus che è una minaccia’ dice al mondo il guerriero cinese e la Statua della Libertà gli risponde ‘non importa è solo una febbre’.

Il guerriero continua consigliando una serie di raccomandazioni e azioni messe in atto dalla Cina contro il virus e la Statua della Libertà risponde con frasi trumpiane un po’ insofferenti mentre si comincia ad ammalare. ‘Il virus non è pericoloso. Ma milioni di cinesi sono morti. Ma il virus non è pericoloso. Abbiamo ragione anche se continuiamo a contraddirci’.

Il guerriero continua dicendo ’ma ci state ascoltando perché vi contraddite’ e la Statua della Libertà risponde ‘Noi abbiamo sempre ragione anche se ci contraddiciamo’. E il guerriero conclude con una frase che la dice tutta ‘Questo è ciò che mi piace di voi americani, la vostra consistenza’.

Ma la macchina di distrazione di massa per le elezioni di novembre sembra non volersi fermare. Trovare un colpevole per l’attuale sfascio dell’economia americana sembra essere un qualcosa di inevitabile per mantenere il consenso.

Daniele Rosa

 

 

 

 

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