Hollywood non ha sicuramente aiutato. Sono vari i film in cui su un aereo il protagonista (solitamente bellissimo, affascinante e magari in smoking) veniva accolto e assistito da hostess alte, splendide, perfettamente truccate e avvolte da stretti e sensuali tubini o camicette scollate.
È sufficiente guardare pochi anni indietro al film “Prova a prendermi” diretto da Steven Spielberg in cui Leonardo di Caprio fingendosi pilota di aereo vola in tutto il mondo selezionando bellissime assistenti di volo; o ancora la recente serie tv “PanAm” con l’attrice Cristina Ricci che veste i panni di un’affascinante hostess anni Sessanta.
Insomma, l’immagine dell’hostess che fa perdere la testa ai passeggeri esiste nell’immaginario collettivo ed è ormai uno stereotipo, tuttavia la realtà dei fatti deve essere differente e, appare sin banale dirlo, sono la competenza e la professionalità a dover essere il metro di valutazione.
Eppure, proprio di questi giorni è la notizia che la compagnia aerea “Meridiana Fly” con sede a Olbia abbia deciso di mettere a dieta le proprie hostess, imponendo al personale la taglia 42.
A imporlo sarebbe il dress code firmato Cristina Ceolin, ex modella e moglie dell’amministratore delegato della compagnia aerea Giuseppe Gentile. Le hostess hanno reagito con una lettera al presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e al principe Aga Khan che controlla la compagnia.
Si legge nella lettera « Non deve essere attuata nessuna irrispettosa norma sulla taglia delle uniformi altamente lesiva della dignità femminile. […] è sessista, discriminatorio ed eticamente improponibile imporre quelle misure».
Come dire, la realtà non deve essere un film.
g.n. – redazione@altraeta.it