Un esame del sangue speciale per diagnosticare l’Alzheimer in tempo e controllarne l’avanzamento. È questo ciò che alcuni scienziati dell’Università di Goteborg in Svezia hanno messo in pratica al fine di pubblicare una ricerca sulla malattia degenerativa che provoca una diffusa forma di demenza senile. In tre recenti pubblicazioni sulle riviste Molecular Psychiatry, Brain e JAMA Neurology, i ricercatori svedesi forniscono prove convincenti su un esame del sangue da loro sviluppato, in grado di rilevare precocemente la malattia e seguirne il decorso. La scoperta ha importanti implicazioni per un potenziale utilizzo nella pratica clinica e nelle sperimentazioni terapeutiche sui malati di Alzheimer nonché nei soggetti a rischio.
I numeri dell’Alzheimer
In Italia, secondo i dati del quotidiano Repubblica, sono più di un milione e duecentomila gli individui affetti da demenze. Di questi si stima che siano oltre 600mila le persone colpite da Alzheimer. La scoperta svedese diventa perciò di notevole importanza anche per la nostra nazione. Il test elaborato dagli studiosi su 1.113 partecipanti con un’età media di 74 anni si basa sulla proteina p-tau181 presente nel plasma sanguigno. L’aumento di questo elemento noto scientificamente come “tau fosforilata alla treonina 181 (p-tau181)” è stato collegato alla neurodegenerazione progressiva nelle regioni del cervello associate alla malattia di Alzheimer e al declino cognitivo nelle persone. Con un esame del sangue che controlli la quantità di questa proteina si può quindi individuare il rischio di un paziente di sviluppare il morbo di Alzheimer.
L’importanza della scoperta
“Questo è un importante passo avanti perché mostra che gli esami del sangue per la patologia tau e la neurodegenerazione hanno un valore clinico per monitorare la progressione della malattia – ha detto uno degli autori dello studio – i nostri risultati sono utili sia come strumenti diagnostici sia come misure negli studi clinici, poiché abbiamo dimostrato che la misurazione della p-tau181 nel sangue è un biomarcatore affidabile per la malattia di Alzheimer in particolare”. Un esame del sangue che verifichi la quantità della proteina renderà quindi più semplice analizzare i rischi del paziente e inoltre sarà maggiormente economico rispetto agli altri test utilizzati finora. Dopo la pubblicazione, gli scienziati sperano di poter commercializzare al più presto la nuova scoperta.
Andrea Indiano
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