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Diabete di tipo 2, una relazione tra l’insonnia e lo sviluppo della patologia?

Diabete di tipo 2, una relazione tra l’insonnia e lo sviluppo della patologia?
Esempio di insonnia e diabete: uomo assonnato a letto

Il sonno porta consiglio e tiene lontano anche il diabete di tipo 2. Questo è quello che ha rilevato un recente studio portato avanti da un team di ricercatori del Susanna Larsson e Shuai Yuan del Karolinska Institutet di Stoccolma, Svezia, che ha evidenziato come l’insonnia rappresenti un fattore in grado di aumentare il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.

Insonnia e diabete di tipo 2, l’indagine

Lo studio portato avanti dall’istituto svedese è stato pubblicato sulla rivista specializzata Diabetologia ed è il primo che trova un collegamento diretto tra l’insonnia e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Per giungere a questa conclusione i ricercatori hanno condotto una metanalisi su i dati relativi a più di 11mila pazienti affetti dalla patologia notando come molte di questi soffrissero di insonnia. Incrociando i dati relativi ai pazienti e a quelli di nuove diagnosi il team di ricercatori ha rilevato che le persone affette da insonnia presentano il 17% in più di probabilità di sviluppare il diabete di tipo 2.

Sono 34 i fattori che contribuiscono al suo sviluppo

In totale ricercatori svedesi hanno identificato 34 fattori in grado di dare inizio allo sviluppo della patologia. Tra questi: il fumo, il consumo eccessivo di caffè, la depressione, una pressione arteriosa sistolica troppo alta e un alto livello di massa grassa viscerale.

Il miglioramento della qualità del sonno, dunque, a seguito di questo studio dovrebbe rientrare tra le strategie di prevenzione per il diabete di tipo 2, una delle malattie più diffuse al mondo.

Qualche informazione in più sul diabete


Ma cos’è il diabete di tipo 2? Il diabete mellito di tipo 2 è la forma di diabete più frequente (interessa il 90% dei casi) ed è tipico dell’età matura. Di solito si manifesta in due modi: non viene prodotta una quantità sufficiente di insulina per soddisfare le necessità dell’organismo (deficit di secrezione di insulina), oppure l’insulina prodotta non agisce in maniera soddisfacente (insulino-resistenza). Il risultato, in entrambi i casi,  è il conseguente incremento dei livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia). Questo tipo di diabete è detto non insulino-dipendente perché l’iniezione di insulina esterna, a differenza del diabete di tipo 1, non è di vitale importanza.

Andrea Carozzi

 

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