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Cervisia: una birra che fa rinascere la tradizione

Cervisia: una birra che fa rinascere la tradizione
Inizio ‘900. Genova. Un piccolo birrificio apriva le sue porte per dar vita a Cervisia, marchio storico nel panorama genovese e simbolo di quella vita tipica di una città portuale, composta da partenze, ritorni, fatiche ma anche soddisfazioni. Oggi, la storia di questa birra riprende vita grazie a Dibevit, leader nazionale da vent’anni nell’importazione e…

Inizio ‘900. Genova. Un piccolo birrificio apriva le sue porte per dar vita a Cervisia, marchio storico nel panorama genovese e simbolo di quella vita tipica di una città portuale, composta da partenze, ritorni, fatiche ma anche soddisfazioni.

Oggi, la storia di questa birra riprende vita grazie a Dibevit, leader nazionale da vent’anni nell’importazione e distribuzione di birre speciali provenienti da tutto il mondo, che ha deciso di donare una nuova immagine alla storica birra Cervisia, un’immagine più giovane e moderna, presentando tre nuove birre: Ciurma, Mozzo e Camallo, andando ad attingere alla tradizione portuale della città di Genova.

La Birra Cervisia, per molti è un simbolo, un simbolo di libertà e di uguaglianza, era, infatti, la birra di tutti capace di unire ogni ceto sociale e amata tanto al nord quanto al Sud.

Il birrificio rimase nel luogo d’origine fino al 1952, arrivando a contare fino a 500 dipendenti e una scuola per mastri birrai, in quell’anno, però, venne acquisita dai Fratelli Lucani, fondatori della Birreria Pedavena del bellunese, e nel 1947 passò alla Dreher di Trieste, che continuò la produzione della Birra Cervisia fino al 1985. Anno in cui, la Dreher passò sotto l’egida del gruppo Heiniken Italia, confinando la Cervisia a nostalgici ricordi.

Trentadue anni dopo Cervisia si spolvera da dosso la polvere del passato e rinasce attraverso tre birre moderne, che rispondono in pieno ai gusti dei giovani, ma non solo. Si presenta come una birra irriverente, che si racconta attraverso un linguaggio forte ed emozionale, composto da nuovi codici, che non negano, però, la tradizione.

La Cervisia non è solo modernità delle più innovative tecniche di brassaggio ma è anche qualità e artigianalità proprio come le etichette realizzate a mano da un artista, ogni volta diverso per dar vita a loghi differenti di volta in volta.

Come differenti sono i tre stili di birra attraverso i quali Cervisia viene presentata: Ciurma, una lager chiara da 5% vol. delicatamente fruttata e dalle note di cereale, perfettamente bilanciata al palato con un gradevole retrogusto. È la birra ideale per l’aperitivo e per ogni momento della giornata, si sposa perfettamente con pizze non troppo saporite, torte salate e carni bianche.

E ancora: la Mozzo, una ale ambrata da 5,4% vol con profumi più “caldi” che ricordano il caramello e i biscotti appena sfornati e con toni fruttati che riportano alle albicocche, al miele di castagno e alle arachidi. Birra perfetta, questa, con primi piatti tradizionali a base di sughi di carne, come le lasagne, ma anche con i piatti della cucina indiana a base di curry o semplicemente con formaggi di media stagionatura, anche leggermente piccanti.

Infine: la Camallo, una India Pale Ale da 6,4% vol. dorata e dalle pronunciate note di luppolo innervate su un profilo di cereali e di miele d’acacia. Ottima da bere dall’ora di pranzo a sera inoltrata con qualsiasi abbinamento, in particolare con fritti di mare e di verdure, frittate e formaggi freschi di latte vaccino.
(Redazione)

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