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Arriva il bonus nonni

Arriva il bonus nonni

Un meritato riconoscimento ad una categoria che da sempre fa parte del tessuto economico del nostro Paese

Finalmente un giusto riconoscimento al “lavoro” che i nonni forniscono da sempre gratuitamente a favore della collettività. Non parlo solo dei figli, che senza di loro non saprebbero come fare, considerate le elevate quote richieste degli asili, nidi e materni, rispetto agli stipendi normalmente percepiti. Parlo anche del mondo del lavoro che si troverebbe senza di loro in grossa difficoltà.

Con genitori lavoratori nei migliori anni di produttività, sempre impegnati a giostrarsi tra il lavoro e la gestione difficoltosa della prole con annessi e connessi. Con richieste di permessi, assenze, stress di chi deve sempre far quadrare tutto. L’ipotesi per l’azienda, di doversi privare in ultimo di risorse importanti, di capitale umano, o che per far quadrare le infinite variabili si vede costretto a lasciare il lavoro non è confortante. E non parlo solo di madri anche i padri sono coinvolti. Secondo i dati dell’ispettorato del lavoro in Italia, dal 2011 al 2017 ben 165.562 donne hanno lasciato il lavoro soprattutto per “incompatibilità tra l’occupazione lavorativa e le esigenze di cura della prole”.

I nonni sono coloro che assicurano non solo assistenza a tutte le ore, ma anche sicurezza affetto e talmente tante altre cose che chi ha la possibilità di poter contare su di loro sa di potersi considerare fortunato.

Lo sapete che chi trova un posto in un asilo nido trova un tesoro? Non parlo solo degli asili nido pubblici, impossibile entrarvi, ma anche quelli privati che seppur molto costosi, hanno anche loro la loro bella lista di attesa.

Viene infatti consigliato già alle donne incinte che vogliono riprendere il lavoro dopo la maternità, di iscrivere il bimbo ancora prima che nasca.

Sei Il lavoro dei nonni fosse retribuito varrebbe 2mila euro al mese. Varrebbe quanto una baby-sitter senza considerare il ruolo di assistenza domestica. Assistenza almeno 12 ore al giorno su tutto quanto necessitano il o i nipoti, compreso l’uso dell’auto, gli acquisti, il giardinaggio, ecc. E tutto quanto viene comunemente fatto da più persone. I nonni li comprendono tutti in una o due persone.

E poi quella consulenza psicologica che solo i nonni, con la loro saggezza ed esperienza, sanno dare: se fosse remunerata potrebbe costare fino a 55 euro l’ora.

Un nonno su tre aiuta il bilancio familiare. Secondo una indagine della Coldiretti per il 37% degli italiani i nonni danno un determinante contributo al reddito familiare. E questo nonostante il 63,1% prenda meno di 750 euro al mese. Il 35% guarda ai nonni come ad un valido aiuto per i bambini fuori dall’orario scolastico, il 17% ne apprezza consigli ed esperienza. C’è poi un 4% che si avvantaggia del sostegno a livello domestico dei nonni. La presenza dei nonni rappresenta anche un fondamentale veicolo per tramandare le tradizioni alimentari di famiglia.

Nonostante tutto questo e nonostante il fatto che sia un provvedimento provvisorio a seguito del Covid 19 c’è chi urla allo scandalo. Abbiamo assistito in un altro periodo ad assistenzialismo a pioggia che non ha prodotto alcunché, ma sugli anziani e sui nonni in particolare no. Non si capisce perché, dal momento che le pensioni medie sono veramente molto basse. Nella maggior parte dei casi ben al di sotto dei 1.000 euro.

Dal momento che si comprende sono favorevole. Premetto personalmente che non sono coinvolta in questa riforma, perché i miei figli hanno deciso di condurre le proprie vite (e di conseguenza anche i miei nipotini) in altre nazioni. Vi lascio un po’ di doverose informazioni tecniche per chi, spero tanti, volessero chiedere il bonus.

A chi è rivolto e come richiederlo

ll bonus è rivolto a tutte le famiglie, anche affidatarie, con figli minori di 12 anni (in caso di disabilità però il limite di età non c’è). Il beneficio spetta a condizione che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa (ad esempio, Naspi, Cigo, indennità di mobilità, ecc.). O altro genitore disoccupato o non lavoratore, con i quali, dunque, sussiste incompatibilità e divieto di cumulo. Il bonus baby-sitter è incompatibile anche con il bonus asilo nido e con il congedo parentale.

Le modalità per la richiesta del bonus: la domanda va inoltrata online, tramite il portale dell’Inps (il percorso è il seguente: “Prestazioni e servizi” > “Tutti i servizi” > “Domande per Prestazioni a sostegno del reddito” > “Bonus servizi di baby sitting”) oppure tramite il numero verde 803.164, o 06 164.164, o ancora tramite i patronati. Quest’ultima strada secondo me la più percorribile perché le domande saranno tantissime e si rischia di restare incollati in attesa al portale o al telefono, senza molto risultati. Mi hanno invece riferito che rivolgendosi ad un patronato, ad esempio 50 & Più si ottengono risposte in tempi relativamente brevi.

La somma verrà accreditata direttamente con accredito sul conto corrente bancario o postale, accredito su libretto postale, carta prepagata con Iban o bonifico domiciliato presso Poste Italiane, secondo la scelta indicata all’atto della domanda.

Cari nonni grazie di esserci.

La Direttrice
Daniela Ameri

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