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RSA Anni Azzurri Parco Sempione: il Progetto Bolla per ridurre il contagio

RSA Anni Azzurri Parco Sempione: il Progetto Bolla per ridurre il contagio
Due operatrici nella struttura Anni Azzurri del Progetto Bolla

Un progetto pensato nel pieno della seconda ondata della pandemia da SARS-Cov-2 con l’obiettivo di ridurre al minimo la possibilità che il virus entri e si diffonda in struttura. Stiamo parlando della RSA Anni Azzurri Parco Sempione, a Milano, e del “Progetto Bolla“. Avviata a novembre scorso, l’iniziativa mira ad abbassare il più possibile la percentuale di rischio di infezione tra ospiti e operatori.

Ha preso parte al progetto un team composto da 11 operatori socio-sanitari. Gli operatori, in numero sufficiente a garantire il normale svolgimento delle attività di assistenza e cura quotidiana per gli ospiti della struttura, hanno soggiornato all’interno della RSA per dieci giorni consecutivi, seguendo i normali turni di lavoro ma senza mai uscire all’esterno.

I partecipanti al progetto, che si sono candidati spontaneamente, al termine del servizio vivono il loro tempo libero in spazi dedicati. Come stanze dotate di bagno, una sala ristorante a loro dedicata dove poter cenare insieme e spazi per trascorrere le ore di risposo.

Come nasce il Progetto Bolla

Il “Progetto Bolla” è partito lo scorso 12 novembre. Ispirato al modello della “bubble” utilizzata tra settembre e ottobre a Orlando per le finali del campionato di basket NBA americano, ha come obiettivo quello di evitare che il personale che entra ed esce dalla struttura possa diventare vettore di contagio e di trasmissione del virus.

Per gli operatori è prevista una turnazione di 10 giorni. Al termine del primo turno, un secondo team composto anche in questo caso da 11 operatori ha fatto ingresso nella struttura per sostituire la prima squadra di professionisti. Naturalmente dopo aver effettuato un tampone per scongiurare la positività al Covid-19.

Vista l’eccezionalità dell’esperienza che richiede anche un impegno psicologico elevato, “Anni Azzurri” ha messo a disposizione anche un servizio di consulenza psicologica per tutti gli operatori, nel caso avessero avuto necessita di supporto.

Residenze Anni Azzurri: assistenza medica e protezione

Assistenza medica e protezione: sempre più questi due aspetti devono affiancarsi. In modo particolare in questa fase storica che stiamo vivendo. I collaboratori di Anni Azzurri continuano a distinguersi per attenzione, dedizione, qualità e caratteristiche umane, oltre che professionali, verso i degenti.

Anche in un contesto straordinario come quello attuale, le RSA Anni Azzurri sono state, e continuano ad essere, all’avanguardia per assistenza medica, protezione e attenzione nei confronti dei pazienti.

In questa situazione di emergenza, aiuto, attenzione e cura sono stati messi in campo ai massimi livelli e su tutti i fronti. Anche mediante un imponente piano di protezione che ha sottoposto a revisione e, se necessario, a modifica ogni singolo aspetto della vita in casa di riposo.

Oggi, solo per fare alcuni esempi, le Residenze Anni Azzurri servono il 250% in più dei pasti in camera. Inoltre, le strutture hanno acquistato centinaia di tablet e gestiscono ogni giorno centinaia di telefonate, videocall, mail e sms con i familiari.

Misure preventive di sicurezza anti-Covid

Le RSA Anni Azzurri stanno gestendo le proprie attività sulla base delle linee guida dettate dalle autorità competenti. Continuano, inoltre, a lavorare secondo le normative vigenti in materia di sicurezza del periodo Covid. Il Gruppo Kos Anni Azzurri ha messo in campo un piano di tutela e prevenzione con screening continui, test sierologici e tamponi a ospiti e personale. Proprio agli operatori sono stati ulteriormente incrementati i controlli con tamponi a cadenza settimanale.

Gli ingressi di nuovi ospiti sono stati riaperti ad agosto (sulla base di una procedura stringente). A giugno, sono state riaperte le strutture anche alle visite dei familiari, utilizzando in estate giardini e parchi antistanti le RSA. Con il freddo, invece, sono state allestite delle sale apposite.

A seguito del DPCM del 18 ottobre sono state nuovamente chiuse le strutture. Proprio nel momento in cui si scrive, le RSA Anni Azzurri si stanno organizzando per riaprire alle visite dei familiari. Il tutto con procedure in massima sicurezza per consentire a nipoti, figli e parenti di poter far visita ai propri cari. Alcune RSA si stanno organizzando anche con “sale degli abbracci” per consentire anche di riscoprire il contatto affettivo, sempre con le massime tutele.

 

Anni Azzurri

Anni Azzurri è un gruppo italiano specializzato nell’assistenza agli anziani. Nasce nella zona di Chiavari (GE) con un primo nucleo di tre residenze e si estende poi in Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna. Oggi le residenze di Anni Azzurri sono 52, distribuite fra Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Lazio.

Anni Azzurri fa parte di KOS, primario gruppo sanitario italiano operante nell’assistenza sociosanitaria e nella cronicità residenziale, nella riabilitazione e nella psichiatria, nella tecnologia avanzata applicata alla medicina e nella medicina per acuti. KOS gestisce 89 strutture in Italia ed è presente in 11 regioni italiane e 2 stati esteri, per un totale di oltre 8.200 posti letto tra residenze per anziani, centri di riabilitazione, cliniche psichiatriche, comunità terapeutiche riabilitative psichiatriche, ospedali, centri ambulatoriali di riabilitazione e diagnostica.

 

 

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