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Alla tavola della longevità, il nuovo libro di Valter Longo

Alla tavola della longevità, il nuovo libro di Valter Longo
Le ricette della cucina tradizionale italiana e le indicazioni sui migliori ristoranti dove gustarle con un tocco in più, quello della divulgazione scientifica. È quanto si può leggere tra le pagine di “Alla tavola della longevità” (Vallardi editore), il nuovo libro di Valter Longo, ricercatore specializzato in Biochimica e Neurobiologia. Il volume fa seguito al precedente, sempre pubblicato…

Le ricette della cucina tradizionale italiana e le indicazioni sui migliori ristoranti dove gustarle con un tocco in più, quello della divulgazione scientifica. È quanto si può leggere tra le pagine di “Alla tavola della longevità” (Vallardi editore), il nuovo libro di Valter Longo, ricercatore specializzato in Biochimica e Neurobiologia. Il volume fa seguito al precedente, sempre pubblicato da Vallardi, “La dieta della longevità”.

Proprio l’intento scientifico è espresso soprattutto nella prima parte del libro, un resoconto dei progetti che saranno finanziati dai proventi ricavati dalle vendite della precedente pubblicazione: oltre a ricerche e studi, anche progetti per le persone affette da Alzheimer e sclerosi multipla. Lo schema alimentare che verrà applicato a questi soggetti sarà proprio la dieta protagonista del volume, che Longo definisce “dieta mima digiuno”, uno schema alimentare anti-aging, di cui si parla nelle successive parti del libro, che “riprogramma il corpo” seguendo una serie di abitudini di alimentazione (e non solo) per ringiovanire il corpo abbassando il rischio di malattie neurodegenerative, cancro e diabete. 

Dopo una digressione storica sulle diete dell’antichità, a partire da quelle degli etruschi e dei romani, Longo torna sull’aspetto scientifico mettendo a confronto la propria dieta con la ben nota dieta mediterranea. Secondo il docente Enzo Spisni (Fisiologia della nutrizione all’Università di Bologna) nella sua recensione pubblicata su “Il Fatto Alimentare”, la critica si sofferma però solo sui primi studi scientifici svolti dai genitori della dieta, Ancel Keys e John Yudkin, tralasciando tutti quelli successivi. Studi che hanno effettivamente dimostrato in più occasioni la superiorità della dieta mediterranea rispetto alle altre. Ne consegue che il confronto risulti nettamente a favore della dieta mima digiuno.

In cosa consiste, per chi non la conoscesse, la dieta mima digiuno? Lo schema alimentare si basa essenzialmente su 10 punti chiave: Il primo, fondamentale, ci ricorda di assumere poche proteine e tanti carboidrati complessi, derivanti da verdure, legumi, olio di oliva e poca frutta. Pesce? Due o tre volte a settimana. Sì ai legumi, no alla carne. Eliminare gli zuccheri aggiunti, assorbendoli solo dalla frutta. Assumere grassi insaturi buoni (quelli della frutta secca, per intenderci, e dell’olio di oliva) e i carboidrati complessi (nel pane integrale e nelle verdure). Quando mangiare? Iniziare dopo le 8 e finire prima delle 20, rimanendo a digiuno per 3-4 ore circa prima di coricarsi a letto. Quanto? Tre pasti e uno spuntino. 

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