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Acido folico: perché il nostro corpo ne ha bisogno?

Acido folico: perché il nostro corpo ne ha bisogno?

La salute cardiovascolare passa anche attraverso l’assunzione dell’acido folico o vitamina B9. Questo macronutriente fa parte del gruppo delle vitamine idrosolubili, quelle che non possono essere accumulate nell’organismo, ma che devono essere regolarmente assunte attraverso l’alimentazione.

Acido folico, fondamentale per il metabolismo dei globuli rossi

La vitamina B9 è molto importante per il metabolismo dei globuli rossi, e soprattutto per la coagulazione del sangue. Contribuisce, infatti, insieme alla vitamina B6 e B12 a mantenere bassi i livelli di omocisteina, un aminoacido contenuto negli cibi proteici. Alimenti come carne, legumi e latticini, il cui accumulo può creare problemi cardiovascolari tra cui infarti ed ictus.

In quali alimenti è presente?

L’acido folico si trova soprattutto in ortaggi come lattuga, broccoli, spinaci, asparagi, nei cereali, in diversi frutti come le arance i kiwi e i limoni. Ma anche in alimenti di origine animale come il fegato, e il latte.

Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina B9?

Il fabbisogno giornaliero di vitamina B9, o acido folico, è di circa 0,2 mg. La carenza di questo macronutriente, derivante magari dall’insorgenza di alcune patologie come il diabete mellito o la celiachia, provoca una produzione ridotta di globuli rossi nel sangue, con conseguente sviluppo di anemia.

L’assunzione di acido folico diminuisce il rischio di demenza nei grandi anziani


Oltre a rappresentare un toccasana per il sistema cardiovascolare, l’acido folico sembra contrastare anche l’insorgenza della demenza senile. Diversi studi, tra cui uno condotto dall’Università di Bordeaux (e pubblicato sulla rivista Nutrients), hanno evidenziato che chi assume maggiori quantità di acido folico ha il 50% di possibilità in meno di sviluppare malattie legate al declino cognitivo.

Scendendo nel dettaglio, i ricercatori dell’università di Bordeaux hanno analizzato le abitudini alimentari di 1.321 persone anziane non affette da demenza attraverso interviste mirate. I modelli statistici usati hanno evidenziato che una maggiore assunzione di vitamina B9 era inversamente associata al rischio di demenza.

Andrea Carozzi

 

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