fbpx

Un diario per salvare i ricordi dall’Alzheimer

Un diario per salvare i ricordi dall’Alzheimer
Un diario per salvare i ricordi dall'Alzheimer
Coinvolgerà anche le 4 Residenze liguri di Imperia (Arma di Taggia, Sanremo, Diano Marina) e Savona (Vado Ligure) la campagna di sensibilizzazione per la Giornata Mondiale del morbo di Alzheimer promossa dal Gruppo Korian, azienda leader nell’offerta di servizi residenziali e terapeutici per la terza e quarta età. Obiettivo della campagna sarà diffondere la cultura…

Coinvolgerà anche le 4 Residenze liguri di Imperia (Arma di Taggia, Sanremo, Diano Marina) e Savona (Vado Ligure) la campagna di sensibilizzazione per la Giornata Mondiale del morbo di Alzheimer promossa dal Gruppo Korian, azienda leader nell’offerta di servizi residenziali e terapeutici per la terza e quarta età.

Obiettivo della campagna sarà diffondere la cultura della prevenzione, che rappresenta tuttora la principale arma contro la malattia, e “spezzare” l’indifferenza che circonda chi ne è affetto.

Il Gruppo Korian distribuirà in ogni sua residenza un diario sul quale gli ospiti ed i loro familiari potranno annotare i momenti più belli trascorsi insieme e “salvare” i propri ricordi. Sulla copertina di ogni diario comparirà la call to action Spezza l’indifferenza, scriviamo insieme il futuro”, che ispirerà l’intera campagna. Ma non solo: all’interno delle strutture del Gruppo verranno distribuite anche cartoline informative con il claim “L’Alzheimer cancella il loro passato. L’indifferenza cancella loro il futuro”.

“Oggi grazie alla ricerca scientifica l’obiettivo di una cura efficace per il morbo di Alzheimer sembra essere meno lontano, ma il ruolo della prevenzione resta di vitale importanza per diffondere la conoscenza della malattia e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle sue ricadute sociali ed economiche”, spiega Aladar Bruno Ianes, il Direttore Sanitario del Gruppo Korian in Italia. “Per combattere l’isolamento sociale causato dalla malattia e migliorare la qualità di vita dei pazienti che ne sono affetti, è importante sviluppare azioni sinergiche che coinvolgano le famiglie e le strutture di cura, ma soprattutto, migliorare la certezza e la tempestività della diagnosi”.

Alzheimer: Italia a quota 600.000 malati.

Oggi in Italia i malati di Alzheimer sono 600.000* e a causa dell’invecchiamento della popolazione sono destinati ad aumentare. All’Italia spetta, infatti, il record di Paese più longevo d’Europa, con 13,4 milioni di over 60, pari al 22% della popolazione.

“I costi diretti per l’assistenza ai malati di Alzheimer superano gli 11 miliardi di euro, di cui il 73% è a carico delle famiglie”, prosegue il Dottor Ianes commentando i dati. “Infine, va sottolineato che la stragrande maggioranza dei pazienti non viene seguita né da una Uva né da un centro pubblico (56,6%).

Nel mondo le persone affette da Alzheimer sono 46 milioni**, più della popolazione della Spagna, e sono destinate a raggiungere i 131, 5 milioni entro il 2050. Oggi il costo della malattia è di 818 miliardi – pari cioè ad un valore di mercato superiore persino a quello di colossi del calibro di Apple (742 miliardi), Google (368 miliardi). Solo nel corso del 2015 si sono verificati più di 9,9 milioni di nuovi casi di demenza a livello mondiale, cioè un nuovo caso ogni 3,2 secondi.

Migliora la consapevolezza, ma i tempi di diagnosi restano lunghi.

Il 47,7% dei caregiver afferma di aver reagito subito alla comparsa dei primi sintomi della malattia del proprio assistito, interpellando il medico di medicina generale (47,2%), lo specialista pubblico (33,1%) o lo specialista privato (13,6%). Solo il 6,1% si è rivolto immediatamente a una Uva (Unità di valutazione Alzheimer).

Tuttavia, la gran parte degli intervistati dichiara di aver ricevuto la diagnosi da un professionista diverso da quello consultato per primo (63,1%). A formulare la diagnosi di Alzheimer è principalmente lo specialista pubblico (65,5%), in particolare un neurologo (nel 35,6% dei casi) o un geriatra (29,9%). Il tempo medio per arrivare a una diagnosi resta elevato, pur essendo diminuito da 2,5 anni nel 1999 a 1,8 anni nel 2015.

 L’importanza delle terapie non farmacologiche.

Gruppo Korian ha scommesso da tempo sulle terapie non farmacologiche per accompagnare il malato di Alzheimer in un percorso studiato per controllare e attenuare i disturbi del comportamento – quali l’affaccendamento ossessivo e l’ansia di fuga – e rallentare il declino cognitivo e funzionale. Fra le più recenti innovazioni implementate dal Gruppo nelle terapie non farmacologiche per la cura dei pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer:

  • il camuffamento degli spazi abitativi e architettonici per nascondere le vie di uscita allo sguardo dei malati (ad esempio con raffigurazioni che facciano sembrare le porte delle librerie o degli armadi e con pareti coperte da quadri e piante in modo da rendere le porte non riconoscibili)
  • la Doll Therapy che, tramite l’utilizzo di una bambola da accudire, favorisce l’attivazione della memoria e il recupero, anche se parziale, dell’auto consapevolezza
  • gli Ealing Garden (o giardini terapeutici), che attraverso attività di cura dell’orto e degli spazi verdi sotto la supervisione di un esperto, portano il paziente in contatto con la natura regalandogli serenità e soddisfazione per i risultati raggiunti.
  • la musicoterapia, che rievoca emozioni e reminiscenze agevolando le relazioni col presente
  • l’arteterapia che stimola la creatività del paziente, consentendogli di sperimentare diversi materiali per esprimere il suo talento artistico ed esprimere così sentimenti, pensieri, ricordi.
  • la treno terapia, che vede il Gruppo fra i pionieri assoluti in Italia nell’implementazione del vagone virtuale per dare sollievo ai pazienti affetti da Alzheimer. In perfetto stile retrò, il vagone consente agli ospiti di vivere un viaggio simulato in treno di 45 minuti, offrendo loro un potente metodo per placare l’ansia da fuga che accompagna le loro giornate.

“Allo stato attuale, la terapia farmacologica per la cura delle demenze e, in particolare, dell’Alzheimer svolge un ruolo importante per ridurre nelle fasi iniziali l’evoluzione della malattia. Tuttavia, nel successivo decorso della patologia neurodegenerativa, il trattamento farmacologico perde la sua efficacia terapeutica e assume valenza per il controllo delle manifestazioni cliniche”, conclude il Dottor Ianes.

Fonti: * Censis, Aima 2015  – ** L’Adi (Alzheimer’s Disease International) 2014

L'articolo ti è piaciuto? Condividilo sui social!

Iscriviti alla newsletter

Se ti è piaciuto questo contenuto iscriviti alla Newsletter ed entra a far parte della Community di Altraetà: una volta alla settimana riceverai sulla tua mail una selezione delle migliori notizie sul mondo over 50.

Più letti

Potrebbe interessarti anche

Iscriviti alla newsletter e rimani sempre aggiornato sul mondo over 50

Utente registrato correttamente!

Resetta la tua password

Inserisci il tuo indirizzo email o nome utente. Riceverai un link per creare una nuova password via e-mail.