Salute over 50, l’ottimismo alleato contro attacchi cardiaci.
Un giorno senza un sorriso è un giorno perso, diceva Charlie Chaplin. Noi amiamo dire che un sorriso al giorno tolga il medico torno, soprattutto, dopo i cinquant’anni.
Ad avvalorare la nostra tesi, è accorsa in un aiuto una ricerca, effettuata dagli studiosi delle Università del Michigan e della Harvard University di Boston e condotta su quasi sette mila persone di età superiore ai cinquanta, pubblicata su Circulation: Heart failure.
Lo studio ha dimostrato, per la prima volta attraverso prove empiriche, che l’ottimismo in età matura, dai cinquant’anni in poi, riduce effettivamente e in modo evidente il rischio d’insufficienza cardiaca. Seconda la ricerca, chi vive con ottimismo la vita, vedendo il bicchiere mezzo pieno, infatti, riduce del 73% il rischio di soffrire di scompenso cardiaco.
I ricercatori hanno osservato lo stato di salute, i comportamenti, la presenza di patologie croniche, insieme agli aspetti psicologici dei soggetti coinvolti nello studio. «Per la prima volta è stato indagato l’effetto dell’ottimismo sulla salute cardiaca in età matura», spiega Eric Kim, dottore al dipartimento di psicologia dell’università e direttore dello studio. «Il motivo di tale correlazione può risiedere nel fatto che chi ha un atteggiamento positivo ha anche uno stile di vita più salutare, si muove di più e gestisce anche meglio lo stress rispetto a chi invece vede tutto nero».
L’insufficienza cardiaca, infatti, è spesso correlata all’ipertensione, a patologie valvolari o compare in chi ha avuto un infarto. Si sa che la felicità incide sulla comparsa dell’infarto, d’ischemie e ipertensione, tutte patologie che possono indurre lo scompenso cardiaco. Se la depressione è già stata in passato correlata con l’incremento delle patologie cardiovascolari, questa ricerca fa luce sugli effetti dell’ottimismo, già ritenuto un toccasana per la salute sia mentale che fisica.
Redazione