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Pranzo in sospeso: la solidarietà nei piccoli gesti

Pranzo in sospeso: la solidarietà nei piccoli gesti
Vai a cena, a fare un aperitivo o semplicemente a bere una birra e lasci pagata una consumazione. Un’usanza che affonda le sue radici nel periodo della seconda guerra mondiale a Napoli, dove chi poteva pagava il proprio caffè e ne lasciava un altro per chiunque lo chiedesse. Oggi il concetto è stato ampliato e…

Vai a cena, a fare un aperitivo o semplicemente a bere una birra e lasci pagata una consumazione. Un’usanza che affonda le sue radici nel periodo della seconda guerra mondiale a Napoli, dove chi poteva pagava il proprio caffè e ne lasciava un altro per chiunque lo chiedesse. Oggi il concetto è stato ampliato e a Rescaldina si è tramutato in “pranzo in sospeso”.

Tutto è nato da una proposta lanciata dall’amministrazione comunale per aiutare le persone in difficoltà e dalla decisione della Tela, un’osteria sociale di Rescaldina, di renderla concreta. A La Tela è infatti possibile lasciare una quota per un pranzo o una cena che, attraverso i Servizi sociali del Comune, sarà destinata a quanti ne hanno bisogno. «È un’iniziativa alla quale abbiamo aderito in modo naturale e che rispecchia non solamente il nostro essere osteria sociale, ma anche il nostro fare impresa sociale», spiega Giovanni Arzuffi portavoce della cooperativa Arcadia che gestisce La Tela. Per i clienti non vi è alcun obbligo: quando arrivano in cassa posso scegliere se lasciare un intero pasto o una quota “in sospeso”. Sarà poi il Comune a indicare chi sarà il beneficiario.

L’idea alla base non è però solo quella di lasciare pagato un pranzo per chi ha bisogno, ma creare una rete. Come spiega l’assessore ai Servizi sociali Enrico Rudoni: «Abbiamo preso spunto della pratica partenopea del “caffè in sospeso” per dare vita ad un progetto di aiuto dove una comunità viene chiamata a prendersi carico, in modo solidaristico, di difficoltà sociali. Abbiamo contattato le realtà produttive del territorio, chiedendo loro la disponibilità di raccogliere le offerte volontarie dei cittadini. La somma raccolta viene quindi data ai Servizi sociali per essere erogata attraverso dei buoni spesa a nuclei familiari con particolare fragilità economica, in base alla scelta esclusiva e motivata delle assistenti sociali».

Almeno due le finalità dell’iniziativa: «Innanzitutto rispondere al bisogno di socialità e di inserimento nel tessuto del paese di persone sole o in difficoltà – aggiunge l’assessore -. Non certo secondo, sostenere la messa in circolo di risorse comunitarie nuove, umane ma anche economiche, usufruendo dei servizi offerti dai negozi di vicinato che hanno aderito. Per ora hanno risposto cinque esercizi commerciali: due macellerie (Guzzetti ed Eredi Vismara), due ristoranti (Trattoria da Vira e osteria La Tela) e un negozio di abbigliamento (Hobby&Moda). Nonostante questo progetto sia appena nato, abbiamo avuto subito un buon riscontro: in un mese sono stati raccolti più di 200 euro, cifra che riuscirà a soddisfare le esigenze di una ventina di soggetti in stato di fragilità».

(c.s)

 

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