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Cosa dicono i dati dell’Istituto Superiore di Sanità sulle RSA?

Cosa dicono i dati dell’Istituto Superiore di Sanità sulle RSA?

La condizione delle RSA di fronte alla pandemia di coronavirus è preoccupante e drammatica. In contrasto con i dati relativamente positivi degli ultimi giorni sul numero dei contagi e delle terapie intensive, la preoccupazione per l’incolumità dei nostri senior che si trovano nelle residenza sanitarie assistite si fa sentire più che mai. Perché i numeri relativi al coronavirus in queste strutture fanno paura. Prenderli in esame, analizzarli, interpretarli è fondamentale per capire cosa è andato storto all’interno di case di riposo e altre strutture sociosanitarie. Cosa dicono quindi i dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità sulle RSA? Che quadro delineano?

Il 40% dei morti nelle RSA è per Covid-19

L’Istituto Superiore di Sanità ha divulgato il Terzo Rapporto nazionale sul contagio COVID-19 nelle strutture residenziali e sociosanitarie. L’indagine, iniziata il 24 marzo 2020, prende in esame i dati di 1.082 strutture, cioè il 33% di quelle contattate. A queste è stato sottoposto un questionario composto da 29 domande che indagava la situazione in corso dal 1° febbraio, le misure e i comportamenti adottati per ridurre il rischio di contagi da Covid-19.

Secondo le risposte ricevute, dal 1° febbraio nelle RSA esaminate sono deceduti 6773 residenti. Tra questi, il 40% delle morti è da mettere in relazione alla diffusione del coronavirus. Si tratterebbe di 2724 persone. Di queste, 364 erano risultate positive al tampone e 2360 avevano invece presentato sintomi simil-influenzali, respiratori e polmoniti. Considerando questo gruppo di soggetti, il tasso di mortalità dei residenti si attesta intorno al 3,3% ma in Lombardia raggiunge anche il 6.7%. Si tratta di numeri spaventosi, soprattutto tenendo a mente che provengono solo da un terzo delle strutture contattate. E soprattutto mettendoli in relazione agli oltre 23 mila morti che si contano in tutta la penisola.

Le regioni più colpite, il personale e le difficoltà riscontrate

La regione che detiene il triste primato delle morti per coronavirus nelle RSA è la Lombardia. Questa, secondo l’indagine dell’ISS, conta più di 1600 morti per Covid-19 nelle strutture, cioè più della metà dei casi totali. È ormai evidente che in questa regione qualcosa non ha funzionato nella gestione dei contagi all’interno delle RSA. Nel rapporto dell’ISS, seguono la Lombardia per numero di decessi da coronavirus Emilia-Romagna (300 decessi), Veneto (226), Piemonte (172). Per quanto riguarda il personale, sulle 1082 strutture che hanno risposto, 193 (18%) hanno dichiarato una positività di quest’ultimo al virus. Inoltre, il questionario dell’ISS ha indagato anche quali sono state le principali difficoltà riscontrate dalle strutture. Dalle risposte, sono emerse soprattutto la mancanza di Dispositivi di Protezione Individuale (82%), l’assenza di personale sanitario (32%) e la scarsità di informazioni ricevute in merito alle misure di contenimento dell’infezione (19%).

Micol Burighel

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