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“Irritazioni”, analisi del costume contemporaneo

“Irritazioni”, analisi del costume contemporaneo

I disgusti di un grande maestro del gusto, Gillo Dorfles che ha appena compiuto 100 anni

“Sono molte le cose, le persone, gli aspetti, i costumi che, da sempre, mi hanno irritato e mi irritano. Da parte del prossimo, e anche da parte di me stesso».
Comincia con una sorprendete confessione pubblica questo libro scomodo e sulfureo in cui Gillo Dorfles, da decenni maestro indiscusso degli studi di Estetica e Teoria delle arti, raccoglie le prove della sua inconciliabilità con i tempi che corrono (ma non abbastanza da lasciarlo indietro).

Ecco dunque il catalogo ragionato delle insofferenze dell’Autore nei confronti della nostra rutilante ma talora desolata, volgare, quando non mostruosa ipermodernità.

Come in molte altre raccolte di scritti di questo studioso erudito e irregolare, antiaccademico e coltissimo, anche qui è all’opera uno spirito d’osservazione sottile e pungente, arguto e spiazzante. Prontamente seguito, però, dal momento riflessivo, dall’interpretazione sapiente che avvince e convince. Una cosa, infatti, è sicura: questo libro di irritazioni d’autore non irriterà il suo lettore.

Gillo Dorfles (Trieste, 1910), critico d’arte e filosofo, già ordinario di estetica presso le Università di Trieste e Milano e visiting professor presso alcune Università americane, è oggi una delle personalità più eminenti della cultura europea. Nel 1948 fu tra i fondatori del MAC (Movimento per l’Arte Concreta). Considerevole è stato il suo contributo allo sviluppo dell’estetica italiana del dopoguerra, a partire dal Discorso tecnico delle arti (Nistri-Lischi, 1952), cui hanno fatto seguito tra gli altri Il divenire delle arti (Einaudi, 1959) e Nuovi Riti, nuovi miti (Einaudi, 1965), Le oscillazioni del gusto (nuova edizione Skira, 2004), Artificio e natura (nuova edizione Skira, 2005) La (nuova) moda della moda (nuova edizione Costa & Nolan, 2007), e la sua opera forse più celebre Il Kitsch. Antologia del cattivo gusto (Mazzotta, 1967, tradotto in sette lingue europee).

Fonte: www.castelvecchieditore.com

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