Siamo 60 milioni di persone nei sogni di miliardi di persone nel mondo.
Esse pensano, una volta nella vita, di poter vedere il nostro paese, di ammirare il più grande e bel museo all’aperto del mondo, di entrare nel Duomo di Milano, di lasciarsi affascinare dalla magia di Venezia, dalla solennità di San Pietro, dagli Uffizi di Firenze, da Positano, Capri, dalle spiagge di Sicilia e Sardegna. E chi più ne ha più ne metta.
Molti ancora sognano di poter godere del terzo miglior sistema sanitario al mondo. Un sistema che ti cura, ti protegge e nulla ti chiede. Molti si dimenticano che in alcuni paesi ‘evoluti’ se non hai un’assicurazione sanitaria puoi quasi morire sulla strada o se chiedi in farmacia aspirine non te ne danno una borsa, ma un paio, dopo aver tagliato il blister, e pure te le fanno pagare.
Oppure molti fantasticano di un sistema pensionistico che, se hai pagato i tuoi contributi (ma bisogna averli pagati) ti garantisce una vecchiaia quasi accettabile. In altre parti la parola pensione manco è conosciuta e scritta sul vocabolario.
Tanti poi apprezzano lo sforzo titanico di socialità che il nostro paese sta facendo per aiutare uno spostamento epocale di persone che fuggono da guerre e fame. Qui, in Italia, le nostre porte sono aperte a tutti, indipendentemente dal mare. I muri si usano per costruire le case.
Noi invece che facciamo? Tutti insieme, istituzioni, politici, media, gente comune non perdiamo un attimo per creare allarmismo, pessimismo, e magari ridiamo pure, con gli altri, dei nostri difetti. Difetti comuni a molti paesi, ma per noi fonte di barzellette e sputtanamento.
La memoria talvolta è corta e pochi si rendono conto, ad esempio, che per un paio di generazioni la parola tassa era solo sinonimo di moglie del tasso, la parola mafia era solo un brand da esportare nel mondo e non un fenomeno criminale da debellare, la parola ‘autoprendersiperilculo’ era ed è un ‘trip’ solo nostro.
Certo che di criticità ce ne sono a tonnellate: dalle false pensioni di invalidità, all’abusivismo edilizio diffuso, da una pubblica amministrazione ‘mostruosa’ e avanti ancora per un po’.
Ma tutto ciò non è solo un ‘made in Italy’ e tantomeno deve essere una scusa per ‘mollare gli ormeggi’, perché così fan tutti.
Perché invece, insieme, non difendiamo a spada tratta un paese che, certo, ha mille difficoltà e ha avuto politici (peraltro da noi votati) che ne hanno fatte di tutti i colori, ma adesso lentamente sta cambiando pelle e soprattutto classe politica, mandando in soffitta quella vecchia.
Adesso è il momento di sostenere quelli nuovi, quelli che infondono ottimismo, quelli che qualcosa fanno, siano di destra che di sinistra o di centro. In fondo che differenza fa, importante che facciano bene.
E’ il momento di andare all’estero difendendo questo bel paese. E’ il momento di esserne orgogliosi. E’ il momento di infondere ottimismo evitando l’inutile cazzeggio di Twitter, di Facebook, il più delle volte fatto a vanvera. E’ il momento di essere uniti e seri per un paese che, comunque, vale tanto per noi e le generazioni future.
Daniele Rosa – Adelante a Los 60