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Al Galliera nasce la prima Area di degenza gestita da infermieri

Al Galliera nasce la prima Area di degenza gestita da infermieri
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È la prima Area di degenza a conduzione interamente infermieristica di tutto il Nord Italia ed è stata inaugurata all’ospedale Galliera di Genova. «Si tratta di una struttura innovativa e unica – spiega la dott.ssa Isabella Cevasco – in cui i pazienti sono affidati al personale infermieristico sotto l’aspetto organizzativo e assistenziale,  fermo restando la…

È la prima Area di degenza a conduzione interamente infermieristica di tutto il Nord Italia ed è stata inaugurata all’ospedale Galliera di Genova. «Si tratta di una struttura innovativa e unica – spiega la dott.ssa Isabella Cevasco – in cui i pazienti sono affidati al personale infermieristico sotto l’aspetto organizzativo e assistenziale,  fermo restando la tutela clinica del medico del reparto di provenienza. Nella nuova area, dotata di 12 posti letto, sono ospitati pazienti clinicamente stabilizzati, dopo aver superato la fase acuta, che necessitano di una tipologia assistenziale infermieristica a media-bassa intensità».

Nella nuova struttura vengono assistiti pazienti provenienti da tutti i reparti ospedalieri a esclusione delle strutture ad alta intensità di cura (Rianimazione e Utic). Si tratta di un modello assistenziale utile per tutti i pazienti che abbiano completato il percorso diagnostico-terapeutico di elevato valore tecnologico e clinico, ma che necessitino ancora di una continuità assistenziale complessa, di tipo infermieristico, prima del rientro a casa o in residenze sanitarie assistenziali.

«L’attivazione di posti letto – aggiunge il direttore generale dell’ente Ospedali Galliera Adriano Lagostena – dedicati a questo modello assistenziale, consentirà inoltre di ottimizzare le giornate di degenza, ovvero la durata dei ricoveri e di conseguenza la disponibilità di posti letto nell’ospedale per i pazienti acuti, e di diversificare il bisogno e la tipologia di assistenza infermieristica, consolidando i risultati terapeutici ottenuti nel reparto per acuti di provenienza». I pazienti ospitati presentano le seguenti caratteristiche:«Sono affetti da patologie cronico-degenerative o patologie acute – spiega Lagostena – Sono dimissibili dal reparto per acuti, oppure hanno la necessità di mantenere e completare la stabilizzazione clinica raggiunta nel corso del ricovero acuto attraverso un’assistenza infermieristica continuativa 24 ore su 24».

Sotto il profilo organizzativo, gli infermieri assicurano la presa in carico e coordinano il percorso di uscita del paziente dall’ospedale, attivando un supporto domiciliare telefonico e programmando le

successive visite in ambulatorio infermieristico. La degenza massima, di norma, è prevista in 15 giorni. Per quanto riguarda, infine, il rapporto con pazienti e familiari, il reparto è impostato in modalità “aperta”, ossia offre una fascia oraria di accesso molto ampia (dalle 7 alle 21), per rendere il più agevole possibile la relazione tra la persona ricoverata e i suoi familiari.

«Oggi trova piena realizzazione un progetto pilota che è il primo di questo tipo nel Nord Italia – ha commentato l’assessore alla Sanità della Regione Liguria Sonia Viale, presente all’inaugurazione –Con questo nuovo reparto a conduzione infermieristica, garantiamo ai pazienti la continuità dell’assistenza. Il settore infermieristico costituisce una componente preziosa del sistema sanitario, anche nell’ottica della riforma del sistema con la previsione della figura dell’infermiere di comunità, quale risposta avanzata alle cronicità che caratterizzeranno la nostra società nei prossimi dieci o vent’anni. L’altro tassello di questo progetto è il coinvolgimento dell’Istituto Asp. Brignole: un esempio concreto di quanto previsto dalla seconda parte della nostra riforma sanitaria. Questo è il futuro che si realizza qui oggi. Il passaggio successivo, è il rafforzamento di quello può e deve essere fatto a domicilio e la figura dell’infermiere, con la sua altissima professionalità, può rispondere in modo egregio alle fragilità dei cittadini anziani».

Paola Pedemonte

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