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Articolazioni, ecco perché fanno male quando piove

Articolazioni, ecco perché fanno male quando piove
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Da tempo si conosce il legame tra i mutamenti atmosferici e la comparsa dei dolori articolari. Localizzati soprattutto a livello delle ginocchia, dei gomiti e della colonna vertebrale. Ma per quanto sia ormai accertato che in corrispondenza dei mutamenti atmosferici alcuni tipi di dolori, ad esempio quelli legati all’artrosi, tendono ad acuirsi non è ancora ben chiaro quale sia il meccanismo che si cela dietro a questo fenomeno.

Uno dei fattori che sembra incidere maggiormente sui dolori articolari sembrerebbe essere l’umidità, o meglio il suo aumento. L’incremento dell’umidità nell’atmosfera darebbe origine ad un aumento del volume delle fibre collagene (i filamenti che hanno il compito di dare elasticità e robustezza all’articolazione) e dei liquidi presenti nella capsula articolare che stimolerebbero i recettori del dolore causando infiammazione. Quindi anche movimenti del tutto indolori fino a poche ore prima si trasformano, in vere e propri “momenti scatenanti” per il dolore e l’infiammazione.

La ricerca sta cercando un metodo per limitare questi disturbi eliminando il dolore dalle articolazioni. Nuove promesse arrivano da una ricerca della Cornell University di New York che proprio grazie allo studio delle articolazioni sembrerebbe in procinto di mettere a punto una versione artificiale di un lubrificante articolare naturale conosciuto con il nome di  lubrificina.

La lubrificina, viene prodotta naturalmente dal corpo ed è  capace di legarsi alla cartilagine delle articolazioni per fungere da “cuscinetto” ed essere particolarmente utile in tutti quei movimenti che provocano dolore e infiammazione soprattutto alle articolazioni dei senior.

Purtroppo col passare del tempo la quantità di lubrificina prodotta dall’organismo può diminuire portando allo sviluppo dell’osteoartrite, la patologia dolorosa che comincia a manifestarsi proprio con i mutamenti atmosferici.

Il polimero sintetico sviluppato dai ricercatori della Cornell University imita il comportamento della lubrificina  ed è attualmente impiegato per il trattamento dell’artrosi canina con ottimi risultati. Prima di iniziare la fase di sperimentazione sull’uomo occorre ancora qualche tempo, e diversi test di laboratorio, ma la ricerca sembra aver preso la direzione giusta.

Andrea Carozzi

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