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Arte, riscoprire il passato per affrontare il futuro

Arte, riscoprire il passato per affrontare il futuro

Sempre in giro con ARTOUR-O che è di una curiosità insaziabile, siamo stati stoppati da una notizia straordinaria!

La storia dell’arte torna a scuola. Il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini si è mostrato fin dal primo momento sensibile a questa istanza e ha concretizzato ‘a stretto giro’ con Stefania Giannini ministro della Pubblica Istruzione, la convenzione per l’insegnamento della Storia dell’Arte a scuola.

Mi auguro in tutte le scuole di ogni ordine e grado! Si perché l’Arte, che una volta comprendeva al proprio interno anche l’Architettura e tutte le altre discipline, è il DNA dell’Italia! Noi tutti siamo eredi di tale patrimonio culturale e materiale e ne siamo i responsabili oltre a goderne, ma per godere di qualsiasi cosa si devono possederne i parametri, mentre gli studenti sono stati scippati del loro diritto a sapere.

Vorrei dire che non è solo per una questione di estetica, che pure gli italiani pare possiedano una loro naturale propensione al bello, ma è per una questione anche di motore economico. Il mondo intero ha come meta il nostro Paese con tutto il prestigio, ma vorrei dire molto prosaicamente, con tutto l’indotto che ne consegue, turismo, marketing, made in Italy, arte design e chi più ne ha più ne metta!

Non c’è artista straniero o architetto che non desideri stabilirsi qui, e tantissimi sono ormai ‘italiani’. Questo di Franceschini è un primo passo, molto più importante di quello che può sembrare, forse significa arginare, stoppare e ripulire il nostro ambiente da quelle panie che ci hanno reso difficile muoverci in questi ultimi anni e far apprezzare la nostra cultura non solo all’estero ma soprattutto in Italia, forse significa avere la possibilità di dare un’identità, peraltro invidiataci da tutto il mondo, e derisa o incompresa in casa nostra, ai figli e ai nipoti.

Forse si capirà che il greco e il latino sono palestre mentali, sono il nostro etimo e se non si conoscono non si capisce l’italiano e forse non mi sentirò più dire da una neo direttrice di una testata, di provincia d’accordo, ma piuttosto seguita: ‘ho dovuto fare a meno dell’apporto di una collaboratrice che usa parole incomprensibili, come ablativo..‘ mi dice seccata..’come incomprensibili? ‘ rispondo io’ se proprio tu mi hai detto che hai fatto latino e non sai cos’è l’ablativo?!?’ e lei ‘certo che ho fatto latino, e che c’entra?’

Auguriamoci allora che questo di Franceschini sia davvero il primo passo di un percorso finalmente costruttivo verso un futuro luminoso con le radici nel passato.

Tiziana Leopizzi

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